Mese: giugno 2015

Reportage da Ventotene /8

Ultimo appuntamento con il progetto Blue Flow di  Ventotene. L’artista che presentiamo oggi, molto conosciuto dai frequentatori di “FotografiaErrante” è Gojo.  Per realizzare il suo murale risale alle origini remote dell’isola; la scritta che compare su tutta l’opera e che è sinistrorsa, ossia si legge da destra verso sinistra,  è scritta in alfabeto “Osco” (molte lettera sono accoppiate (veri e propri dittonghi) e sembra rappresentassero suoni più che semplici simboli, una lingua, di origini sannitiche, parlata già nel 500 a.c. della popolazioni italiche pre-romane e pre-greche. Sulla terraferma vivevano gli Ausoni e gli Aurunci che abitavano i monti che affacciano al mare ed utilizzavano le pianure costiere, a quei tempi vere e proprie paludi, per la pastorizia e le attività agricole. Gli studi entolinguistici hanno accertato che l’isola venne inizialmente colonizzata proprio da queste due popolazioni; forse l’ambiente ostile e privo di acqua scoraggiò presto la presenza umana che riapparve in epoca romana. Abbandonata nuovamente, fu colonizzata in maniera stabile solo con la realizzazione del carcere borbonico sulla limitrofa isola di S.Stefano. Vi furono portate intere famiglie dalle isole a sud e dai paesi del napoletano. Furono loro assegnati dei lotti di terreno e fu data loro la possibilità di costruirvi sopra anche un piccolo edificio in cui vivere. In questo modo questa popolazione contadina affranco l’isola dal punto di vista degli approvvigionamenti alimentari.

L’opera figurativa sottostante la scritta “Pandataria” presenta degli spaccati della vita e della storia naturale ed  antropologica di Ventotene; dai gatti che numerosi frequentano indisturbati l’isola, ai gabbiani che ormai hanno una familiarità tale con la gente da essere letteralmente imboccati di ogni cibaria disponibile.  E poi le caratteristiche  case dipinte di rosso “Ventotene”, le mongolfiere, le le rampe pedonali, il faro, le vele, i bambini festosi e Santa Candida, la protettrice dell’isola.

_MG_6699-Modifica

l’opera (dimensioni mt. 20 X 3 c.a.)

Ed ora una serie di particolari figurativi dell’opera:

_MG_6823     _MG_6822

 _MG_6821     _MG_6820

_MG_6818    _MG_6819

_MG_6817

Reportage da Ventotene /7

Il murale di oggi 29 giugno lo troviamo a ridosso del centro storico di Ventotene, all’inizio di via Parata Grande. Realizzato a quattro mani dagli artisti Matteo Brogi (reportage da Ventotene /1) e Titti Fruhwirth (illustratrice), si inserisce meravigliosamente nell’ambiente fuori dal tempo in cui vive questo incontaminato borgo isolano.

_MG_6743

parte di competenza di Titti Fruhwirth

_MG_6738

la parte realizzata di Matteo Brogi

_MG_6740

primo piano

_MG_6745

l’opera e l’ambiente

Reportage da Ventotene /6

Ventotene ed il confino; negli anni più bui della storia della storia dell’Italia, giovane nazione unificata col sacrificio di tanti patrioti che nel corso del diciannovesimo secolo, dal nord al sud, diedero vita alla rinascita della cultura italica, Ventotene si è ritagliata un ruolo di primo piano. Già destinataria, la sorella isoletta di S.Stefano era sede di un carcere costruito dai Borboni a fine settecento,  di ergastolani condannati per i reati più efferati, divenne ben presto la meta, non gradita, dei patrioti che parteciparono ai vari moti rivoluzionari (dal quelli del 1997 a quelli del 1948), nel ventennio fascista vi furono relegati a confino coatto, per impedire loro di risvegliare le menti degli italiani offuscate dalla propaganda di regime, i migliori pensatori democratici; tanto per citarne due più famosi, Pertini e Spinelli, il primo ritenuto universalmente il miglior presidente della Repubblica che l’Italia abbia espresso, il secondo Padre dell’Europa unica nazione. Gli isolani risposero a modo loro a questa deportazione; in barba ad ogni previsione dei gerarchi, si rivelarono accoglienti e protettivi con i confinati; diedero loro lavoro, spesso anche da mangiare e da bere e resero meno traumatico il distacco forzoso dagli affetti e le relazioni che avevano nei luoghi da cui erano stati sradicati.

Il murale che vi presentiamo oggi 28 giugno è in tema proprio con questo momento storico dell’isola; riporta uno stralcio della lettera scritta nel 1939 dal confinato politico Vincenzo Galace; gli autori sono Alessio Castagna e Lorenzo Pandolfi, tra gli animatori del progetto Blu Flow già citato nel corso di questo breve reportage.

 _MG_6674-Modifica

l’opera (dimensioni in mt. 16 X 3 c.a.)

_MG_6814

particolare

Reportage da Ventotene /5

Quinto appuntamento con l’isola di Ventotene. Il murale che vi presentiamo oggi 27 giugno, anch’esso sostenuto dal muro di protezione del porto nuovo è opera di Enrica Iaccio, Valerio Ricciardi e Giovanni di Meglio,  i quali per amore dell’isola hanno messo a disposizione il loro talento. Questo Murales è stato il loro battesimo artistico nell’ambito della street art poiché non si erano mai cimentati nel realizzare un’opera su una superficie così grande. Anche loro (oltre ai curatori ufficiali che qui vogliamo citare: Lorenzo Pandolfi, Alessio Castagna e Marta di Meglio) sono tra motori propulsivi del progetto “Blue Flow” di cui ciò che stiamo presentando è la prima fase. Il progetto nasce all’insegna dei colori in cui sono stati accomunati alcuni street artist della capitale, pittori ed abitanti dell’isola insieme ai bambini della scuola locale. Lo scopo, oltre a puntare alla valorizzare di alcune aree degradate dell’isola, mira all’aggregazione culturale dei giovani mediante il mantenimento attivo della sua memoria storica. Dall’antica Pandotéira, nome datole dai greci poi latinizzato in Pandataria dai Romani, due millenni di storia hanno attraversato l’isola, primadonna della storia, per divenire cuore pulsante dell’Unità Europea quando Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, durante il confino cui furono relegati dall’oppressione fascista, intuirono, dando corpo a quella che sembrava solo un’utopia,  la grande idea di una Europa di Popoli fratelli, compendiandola nel loro “Manifesto di Ventotene”.

Nell’opera sono presenti due simboli indiscussi di Ventotene, riconosciuti, a prima vista, da tutti coloro che vi hanno posato piede anche una sola volta: il caratteristico faro che guida i naviganti nelle notti buie e la mongolfiera, con cui, nel corso dei festeggiamenti dedicati a Santa Candida, i più giovani dell’isola si cimentano, dopo averla realizzata con carta leggerissima e intelaiatura di spago ed averla colorata con colori vivaci, nell’inviarla il più alto possibile nelle notti stellate settembrine, scortate da una sorgente infiammata che ne scalda l’aria in esse contenute e le rende suggestivamente visibili.

_MG_6680-Modifica

l’opera (dimensioni mt. 12 X 3 c.a.)

_MG_6815

un particolare

Reportage da Ventotene /4

L’ambiente a Ventotene:  alla fine del 1997, è stata istituita l’Area Naturale Marina Protetta di Ventotene e Santo Stefano. L’area protetta comprende tre zone a tutela differenziata. La più interna, quella a sud dell’isola di S.Stefano, é la riserva integrale che coincide con la zona biologicamente più intatta e che ha bisogno di maggiore difesadove l’accesso é consentito solo per scopi scientifici, i sub possono accedervi con apposito permesso e solo se accompagnati da personale specializzato. La seconda zona, quella ad est di Ventotene e quella compresa fra Ventotene e S.Stefano, può essere considerata come riserva generale: in questa parte del territorio può anche essere previsto l’intervento umano, però l’ambiente non può essere alterato ed ogni attività deve essere finalizzata a sviluppare sempre di più la sua naturalezza. I vincoli sono meno rigidi e l’accesso viene consentito in punti fissi e percorsi prestabiliti con permessi rilasciati dell’Ente gestore, i residenti potranno avere permessi previo richiesta. Generalmente l’accesso ai subacquei é permesso, ma con guide locali autorizzate. Infine esiste una terza zona di riserva parziale, quella immediatamente a ridosso della costa est di Ventotene e quella più vasta a nord di Punta Eolo, dove la presenza dell’uomo é preponderante e dove sono ammesse tutte le attività compatibili con la preservazione dell’ambiente, comprese quelle di sfruttamento delle riserve, a patto che siano concordate con l’Ente gestore. (fonte Ventotene.it)

In linea con questo impegno per la preservazione della natura da parte della popolazione isolana è l’argomento trattato nel murale che vi presentiamo oggi; anch’esso è esposto sul grande muraglione che protegge il Porto Nuovo di Ventotene; la scena è marina; un mare perfettamente trasparente fa da cornice ad un mondo animato in perfetta simbiosi con una natura incontaminata. L’autore è una pittrice prestata per l’occasione alla street art, si chiama Alessia Ziccardi.

_MG_6696-Modifica

Reportage da Ventotene /3

Augusto fu imitato dai suoi successori; nel corso dei decenni successivi furono  confinate a Ventotene anche Agrippina, Giulia Livilla, Claudia Ottavia e Flavia Domitilla. Agrippina Maggiore, esiliata da Tiberio nel 29 fu lasciata morire di inedia (33 d.c.); Giulia Livilla, sorella di Caligola, fu esiliata a Ventotene due volte, la prima dal fratello imperatore, la seconda per volere di Messalina. Solo dopo la morte le sue spoglie vennero portate a Roma. Claudia vi venne esiliata da Nerone, suo marito, che ve la relegò con l’accusa di infertilità, ma in verità per punirla dei suoi adulteri.

L’opera che vi presentiamo oggi 25 giugno,  realizzata anch’essa sul grande muraglione che contiene e protegge il porto nuovo di Ventotene, è dello street artist Diamond; il murale che porta i colori del mare che lo circonda, presenta una Sirena in atteggiamento provocantemente sensuale. L’eleganza del tutto è fuori discussione!

_MG_6694-Modifica

Reportage da Ventotene /2

Secondo appuntamento con l’isola di Ventotene; l’artista che vi presenteremo oggi si chiama Matteo Brogi. Pittore ed illustratore, non disdegna di esporre le sue opere finemente elaborate sui muri delle città; anzi, ogni tanto, lo vediamo all’interno di una Crew che partecipa ad una convenzione artistica. A Roma, di recente, una sua opera è apparsa a Garbatella nell’ambito di una manifestazione organizzata dal Centro di Aggregazione Sociale “La Strada”. I suoi animali antropomorfi assumono volentieri atteggiamenti umani e sono immersi spesso in ambienti anch’essi fortemente antropizzati. I tratti di colore sono ripetitivi sino all’esasperazione e portano ad un risultato dove e l’ambiente ed i suoi personaggi assumono forti connotati drammatici. Gli animali ritratti nelle sue opere vivono i problemi e le consuetudini in cui noi in città ci immergiamo quotidianamente.

Nell’opera realizzata sul muro di protezione del “Porto Nuovo” di Ventotene Matteo Brogi compendia tutta l’immagine di un’isola carica di storia e di tradizioni. Eccovela:

_MG_6684-Modifica

 dimensione dell’opera metri 3 X 25 c.a.

Essendo l’opera di dimensioni ragguardevoli, giocoforza, per rappresentarla interamente le dimensioni sono state fortemente rimpicciolite; pertanto, per meglio apprezzarla, ve ne mostriamo alcuni significativi particolari.

_MG_6728     _MG_6729

_MG_6730     _MG_6731

_MG_6732     _MG_6733

Reportage da Ventotene /1

Iniziamo una meticolosa panoramica di quanto abbiamo trovato sull’isola di Ventotene, isola carica di storie, antiche e moderne. Un accenno alla storia antica, L’imperatore Augusto vi relegò, in una reclusione dorata, sua figlia Giulia, rea di essere di facili costumi. Qui le fece costruire una sontuosa villa, ricca di fontane che riusci a far alimentare, in un luogo pressoché privo di acqua, facendo scavare nella roccia un intricato sistema di cisterne e canali comunicanti che raccoglievano, conservavano e convogliavano ininterrottamente verso la villa l’acqua piovana nella giusta quantità e pressione. Addirittura l’acqua in eccesso veniva portata fino al mare, sotto l’attuale faro, ad alimentare una naturale piscina di acqua salata, che addolcita, richiamava tantissimi pesci che potevano essere così facilmente catturati e cucinati per allietare le cene degli ospiti regali.

Non facciamoci sviare dalla attuale organizzazione geopolitica italiana; l’isola e la sua consorella S.Stefano sono parte dell’arcipelago Pontino insieme a Ponza, Palmarola, Gavi e Zannone; tutte appartengono amministrativamente alla provincia di Latina e alla regione Lazio. Ma geomorfologicamente Ventotene e S.Stefano fanno parte della fascia delle isole Flegree, di origine vulcanica.

Di recente, circa due mesi fa, un gruppo di street artist è stato chiamato su ventotene per realizzare una serie di murales, che, iniziando da questa sera, vi presenteremo pressoché inediti perché hanno solo raramente frequentato la rete.

La prima opera è stata realizzata dallo street artist Marco Scalia coadiuvato da Marta di Meglio e con la fattiva collaborazione dei bambini di Ventotene; l’opera di ragguardevoli dimensioni misura, in metri, circa 15 X 3.

1.1

 

Il Lettering di via delle Capannelle

Lettering d’annata questa sera; facciamo un gran balzo a ritroso nel tempo e torniamo agli albori del terzo millennio. Un giorno via delle Capannelle venne invasa da un foltissimo stuolo di Writers, invitati, sembra, dall’allora presidente del X municipio di Roma, Sandro Medici, a cimentarsi con un muro collettivo, un “muro libero” ante litteram. Noi, anche allora, prestammo la massima attenzione a quel fenomeno e registrammo diligentemente l’evento. Eccone il resoconto fotografico:

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

 

OLYMPUS DIGITAL CAMERA

Mammut a Rebibbia /2

Riprendiamo il discorso iniziato ieri con la presentazione del progetto Mammut.

Il secondo artista che ha prestato la propria opera in favore di quel progetto è stato Aladin; a poca distanza dal murale realizzato da Zerocalcare  che abbiamo presentato ieri, ha dipinto la sua opera:

2.1

Aladin inizia a tracciare l’abbozzo del suo murale

2.2

l’opera

2.3

l’ambiente