JBrock

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /291

 

Il murale al giorno di oggi 2 giugno siamo andati a scovarlo in vicolo dei Marchegiani, al Rione Ponte; dalle parti di Tor di Nona, quella zona che, prima della costruzione dei muraglioni che hanno imbrigliato il Tevere, finiva proprio sulla riva del fiume. L’autore è lui, JBRock.

 

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l’opera

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il muro espositivo

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Strada facendo poi, mentre ce ne tornavamo a casa, in via Giolitti, là dove una volta c’era il cinema Apollo, abbiamo trovato il simpatico faccione che trasferiremo, come richiesto dall’autore, all’hashtag ‪#‎fattitude‬

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via Giolittti angolo via Cairoli

La Rampa Prenestina /6

Questa sera scendiamo nei sotterranei di questo immenso edificio circolare; qui molte pareti sono bianche, con evidenti segni di lavori recenti di verniciatura. Quando vi si svolgevano eventi si utilizzava l'”urban art” “per attirare la gente; qualche artista realizzava delle opere estemporanee che facevano poi da cornice alla pubblicità che veniva diramata con ogni mezzo disponibile, in primis il Web. Ecco due pezzi realizzati di recente che hanno fatto da cornice all’ultimo evento, forse Ginnika dell’estate scorsa.

6.1

il primo pezzo

6.2

inserito nell’ellissoide

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Il pezzo che vedremo ora se ne sta defilato in un angolo di un immenso locale che si stacca dalla rampa, proprio dove essa si perde nel nulla all’incirca tre piani sotto terra. Superarlo senza vederlo è cosa molto facile; solo un attento osservatore riesce a coglierlo, se nel momento in cui abbandona la rampa si vota a guardare dietro di se.

6.3

una splendida istantanea di Gomez

6.4

nell’ambiente

6.5

particolare

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Mentre lasciamo l’ambiente per tornare verso il pianterreno, scorgiamo la firma di uno street artist famosissimo, ma solo la firma. A fianco solo una parete nera, nera come il carbone

6.6

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Quando risaliamo al piano terra, una porta ci conduce nel cortiletto interno della Rampa, quello da dove abbiamo, il giorno della presentazione dl primo articolo, abbiamo guardato il cielo dentro una cornice michelangiolesca; lì un lavoro, esasperatamente ripetitivo, avvolge l’intero girone. ecco due immagini:

6.7     6.8

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Non ci resta ora che salire rapidamente all’ultimo piano e da lì ridiscendere prestando attenzione alle opere che sono state realizzate sulla parete interna della rampa. Questa parete è formata, contrariamente dalla parete esterna di più ampie dimensioni, da piccole nicchie separate da colonne di cemento armato. Lo spazio a disposizione per realizzare le opere è stato molto limitato, quindi, poco writing e più opere figurative. Ecco le prime opere:

6.10     6.11

6.12

6.13     6.9

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /269

Oggi, nel corso di una delle nostre escursioni a largo raggio nel cuore di roma, ci siamo imbattuti in un pezzo di tutto rispetto. L’autore, riteniamo, senza ombra di dubbio, essere JBRock; il luogo, via dei Soldati, Rione Ponte, il quinto delle città di Roma. Una particolarità ambientale: dopo aver ammirato il pezzo, voltatevi e vedrete che un lunghissimo rettilineo porterà i vostri occhi a contatto diretto con Trinità de’ Monti. Che spettacolo questa città!

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l’opera

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la parete espositiva

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /259

Restiamo anche oggi in via di Porta Portese. Lì, su quel quel muro, oltre all’opera di Robocoop presentata ieri, abbiamo trovato una madonna realizzata da Ex Voto. Si tratta della “Santa Madonna della Cinematografia” (luci, motore, azione e…. così sia). Ha trovato alloggiamento in una cornice naturale del lungo muro che viene spesso utilizzato, da parte degli artisti, per presentare le loro opere; ricordiamo la magnifica opera di Zilda apparsa nel 2012, la Pietà Pasoliniana dello scorso anno, così come il “faccione” di JBRock  ancora presente.

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l’opera di Ex Voto

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l’ambiente

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l’opera di JBRock

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il via vai

Il lettering di via Marilyn Monroe /4

Prima visita dell’anno in via Marilyn Monroe, ma si tratta di una visita virtuale; prima di passare a presentare ai frequentatori del progetto “FotografiaErrante” i nuovi pezzi apparsi in questo primo scorcio di anno, facciamo, in due puntate, una retrospettiva e mostriamo alcune chicche realizzate lo scorso 2015 e che, che mancanza di tempo, avevamo lasciato in un cassetto. Inutile dire che alcuni pezzi sono stati già coperti da nuove opere quindi, anche per chi fosse già passato per quella strada, questa è una buona occasione per rivederseli.

4.1

siglata J/B

4.2

un povero Cristo sofferente

4.3

inserito nell’ambiente

4.4     4.5

passa un bus ………………… e poi un altro

4.6

ed ecco il pezzo!

4.7

particolare

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4.8

orgoglio, amore, gioia………………. forse una dichiarazione d’amore

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4.11

profilo

4.10

campo lungo

Sulle rive del Tevere /2

Il 25 febbraio scorso avevamo fatto una meravigliosa esperienza pedalando sulla pista ciclabile che costeggia il Tevere all’incirca fra il ponte della Scienza (intitolato a Rita Levi Montalcini) e Ponte Sant’Angelo alla scoperta della street art spontanea che vi è stata realizzata nel corso degli ultimi anni dai writers romani. Ci siano tornati di recente con la curiosità di vedere e documentare l’inizio di un ennesimo tentativo di riqualificare, guarda caso per mezzo della street art, un qualcosa che si era degradato, per la fattispecie proprio la banchina del Tevere. L’artista sudafricano William  Kentridge ha messo in cantiere la realizzazione un grande progetto, che noi preferiamo dire, di “Arte Urbana”, consistente nel rappresentare, come meglio diremo poi, “Triumphs and Laments” che hanno fatto grande la storia di Roma; come? realizzando, senza soluzione di continuità, per oltre 500 metri, quasi cento figure di ragguardevoli dimensioni. Si tratterà di personaggi che sono comunque legati agli oltre duemila anni di storia romana e che nel bene o nel male l’hanno plasmata e condizionata.

L’artista per realizzare le sue opere adotta la tecnica dello stencil negativo. Ossia, appone preventivamente sulla parete del muraglione una maschera costituita dal negativo dell’immagine del personaggio. Poi  mediante l’uso di getti di acqua pressurizzata, rimuove selettivamente la patina di smog, che si è accumulato nel corso degli anni sui muraglioni stessi. A quel punto, tolto lo stencil, appare l’immagine del personaggio, costituita proprio dallo smog non asportato. Quindi nessun uso di vernici di sorta; quando lo smog tornerà a depositarsi sulle parti da dove è stato rimosso, l’immagine scomparirà.

Ecco quindo la documentazione dei primi due brevi tratti di muraglione sui quali è intervenuto l’artista:

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Assolto il dovere istituzionale, riprendiamo il nostro viaggio lungo le sponde del nostro fiume e ci spingiamo, questa volta, fino al ponte della musica. Questo ponte, di recente realizzazione, è intitolato ad Armando Trovajoli, è ciclo-pedonale ed è stato inaugurato nel 2011. Collega i quartieri istituzionali Della Vittoria e Flaminio. E stato realizzato in ferro e calcestruzzo. Nel viaggio intrapreso abbiamo incontrato diverse opere di street art, ovviamente Lettering; eccone un paio:

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Abbiamo anche visto scorci suggestivi della città che vive attorno a questo fiume; eccone un paio:

2e

Ponte Garibaldi, in secondo piano l’Isola Tiberina con i ponti Cestio (a destra) e Fabricio (a sinistra) costruiti nel primo secolo avanti-Cristo

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Ponte Sisto, costruito alla fine del quindicesimo secolo sul sito del ben più antico ponte Agrippa del primo secolo dopo-Cristo

Raggiunta la nostra meta, il ponte della musica, sulle rampe di risalita ai lungotevere sono esposti numerosi esercizi calligrafici:

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2h     2i

2l     2n

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2o     2p

2q     2s

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Sulla ciclabile che sottopassa il ponte, sotto lo sguardo severo del faccione, in verità un po’ malandato, realizzato dallo street artist JBRock, un improbabile skateboarder cerca di superarlo in altezza; ma non ha la stoffa!

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2v     2t

Sulle rive del Tevere

Ci siamo concessi una lunga passeggiata sulle rive del Tevere; siamo partiti da Lungotevere Gassman, abbiamo percorso la riva destra fino oltre Castel S.Angelo; abbiamo approfittato di ponte Cavour per passare sulla riva sinistra e siamo scesi fino all’Isola Tiberina da dove abbiamo riguadagnato la riva destra per arrivare al ponte della Scienza intitolato a Rita Levi Montalcini; qui tornati sulla riva sinistra abbiamo cominciato una dettagliata escursione su Riva Ostiense, quel tratto di lungotevere frequentato solo in estate e per un minimo tratto, per le manifestazione legate alla “Estate Romana”. Ora, specie da quando è stata sgomberata la comunità di senzatetto che viveva in condizioni di igiene precaria ed in orribili baracche proprio sulla riva del fiume, si incontra pochissima gente, qualche ciclista, qualcuno che porta a spasso il cane e, ogni tanto, gruppi di ragazzi che sperimentano tecniche di ripresa (fotografie e video) utilizzando come ambiente i numerosi murales presenti, i cui colori formano violenti contrasti con le rugginose rovine industriali di quello che una volta fu il “Gazometro” di Roma.

Lo scopo della nostra escursione aveva ben tre obiettivi; primo ovviamente quello di testimoniare puntualmente la presenza di opere di street art, costituite, per la quasi totalità da lettering, opere che avevamo incontrato ogni volta che ci siamo trovati a percorrere rapidamente la pista ciclabile per spostarci da un punto all’altro della città, ma cui non avevamo mai prestato mai la dovuta attenzione. Il secondo obiettivo era quello di dare uno sguardo fotografico dal basso alla nostra città e confermare che sul Tevere si affacciano tremila anni di storia e di bellezza. Terzo, riuscire a cogliere momenti di solitudine urbana in una città così caotica che non ha nulla da invidiare a Calcutta; e quella solitudine che rinfranca lo spirito la si gusta appieno proprio passeggiando nel cuore pulsante di Roma, nel “sentire gli strilli dei gabbiani, fissare i lenti ed ampi gesti dei vogatori che spingono controcorrente le loro lunghe canoe, incrociare qualche ciclista che gareggia con il proprio cane, notare di sfuggita una coppia di amanti che si scambia teneri baci”.

Tutto questo è il Tevere! Peccato che i Romani, per la quasi totalità, non lo conoscano.

 

Parte prima: l’ambiente

1

in primo piano ponte Mazzini; dietro, ponte Amedeo di Savoia

2

ponte Mazzini e la scalinata per lungotevere dei Sangallo

3

da sotto ponte Amedeo di Savoia: ponte Vittorio Emanuele II, ponte Elio e il Mausoleo di Adriano

4

chiglia di barcone naufragato sotto ponte Vittorio Emanuele e scalinata di accesso a lungotevere Tor di Nona

5

vogatori sotto ponte Elio

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ponte Cavour con rampa di accesso a lungotevere Prati

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cabina per rilevamento idrografico. opera di K2m

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il mausoleo di Adriano su ponte Elio

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ponte Vittorio Emanuele II e rampa di accesso al lungotevere Vaticano

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la ex baraccopoli di Riva Ostiense

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significativa opera di Hitnes

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un poster sotto ponte Elio

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Pignon Ernest Pignon

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Parte seconda: presenze

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gatto su istallazione di Cactus

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particolare

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podisti più o meno stanchi

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ciclisti più o meno motorizzati

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l’opera pensile di Laura Galletti (murale al giorno numero 228 del 7 dicembre 2015)

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motociclisti e camminatori

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Parte terza: le opere sull’argine di Tevere

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JBrock

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Milk

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Parte quarta: le opere di Riva Ostiense

(le opere che completano l’esposizione di questo luogo sono state presentate negli articoli “Il lettering di Riva Ostense 1 e 2 , rispettivamente del 11 novembre e del 7 marzo 2015)

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Hitnes

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Hogre

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Tadh , RST, Corv

 

 

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /246

Piccola grande opera questa sera sulla vetrina di FotografiaErrante! Rione Regola, il settimo della città di Roma, siamo nel cuore del Centro Storico Rinascimentale; da via dei Giubbonari imbocchiamo via dei Pettinari, la percorriamo tutta e sbuchiamo sul lungotevere all’altezza di Ponte Sisto. Invece di imboccarlo, scendiamo la scala che ci porta sulla riva sinistra del Tevere, la spalletta che regge il ponte è la nostra meta; su di essa è esposta una opera di JBRock. L’artista molto attento alle problematiche, e sociali e dell’arte, ha voluto denunciare il disinteresse delle istituzioni per la linfa vitale della gente italica.

Nello scorso mese di novembre sono state rubate, ma noi diremmo meglio rapinate, 17 opere dal museo civico di Castelvecchio a Verona; quadri di Tintoretto, Rubens, Mantegna, Tintoretto padre e figlio, Pisanello, Bellini, Caroto hanno preso il volo verso chissà quali lidi, forse vers l’est. E JBRock ha voluto omaggiare a modo suo il Genio di Domenico Robusti figlio di Jacopo Robusti noto come” Il Tintoretto”, esponendo una copia 1/1 proprio del quadro rubato dell’artista vissuto a cavallo dei secoli XVI e XVII.

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l’opera

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inserita nell’ambiente

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /240

Oggi giornata particolare per il mondo della Street Art. Noi approfittiamo per mostrare ai frequentatori del progetto FotografiaErrante tre opere che ci stanno molto a cuore.

La prima opera, esposta in un luogo a dir poco fantastico, una fabbrica abbandonata, dove sembra che una volta vi si producessero dei tessuti raffinati, è di Gojo, risale a diversi anni fa, ma nonostante il lungo tempo trascorso alle intemperie, anche se un po’ sbiadita, mantiene inalterato tutto il suo fascino.

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l’opera di Gojo

Il secondo pezzo di questa sera è stato prodotto dalla mano di Hogre, artista che rifugge la notorietà, identità misteriosa, sempre in grado, con la sua pungente ironia, di cogliere nel segno. Siamo a Riva Ostiense, là dove la strada della civiltà tentenna e si perde nel nulla; cercarla all’infuori della stagione invernale è praticamente impossibile: la natura rigogliosa con lo spuntare delle prime foglie  ne oscura la visione.

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l’opera di Hogre

La terza opera (si tratta di un poster), apparsa sì nei regolari spazi espositivi del Comune di Roma, ma ovviamente in modo spontaneo intorno all’inizio dello scorso 2015 è di JBRock. Il sito espositivo era in Vicolo della Campana al Rione Campo Marzio.

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l’opera di JBRock

Attraverso i quartieri di Roma /1

Iniziamo oggi un viaggio attraverso i quartieri della più bella città del mondo, carica di fermenti artistici contemporanei, nonostante ci sia qualcuno (i romani) che ce la metta tutta per distruggere cultura e solidarietà, elementi propri di una civiltà carica di tremila anni di storia.

Ovviamente iniziamo dal primo: il quartiere Flaminio che prende il nome dalla via Flamina, strada consolare che si lancia verso il nord dalla porta del Popolo, incuneato tra la via stessa e l’ansa del Tevere che da ponte Milvio gira fino al ponte Giacomo Matteotti. Primo dei quindici quartieri istituiti nel 1921, nasce dapprima, intorno ai primi anni del ventesimo secolo, come zona ad alta concentrazione industriale; l’edilizia abitativa stenta a partire a causa dell’insalubrità dell’area che è soggetta a periodiche invasioni degli straripamenti del Tevere. Le prime abitazioni civili sorgono a ridosso della collina dei Parioli. L’edificazione di alcune importanti caserme e di grandi complessi di case popolari saturano successivamente tutta la zona.

Ecco ora alcune delle opere esposte sui muri del quartiere e scovate nel corso del corrente anno 2015:

1.1

opera di JBRock

1.2

l’ambiente: scalinata monumentale di scesa all’argine dal Tevere da lungotevere Arnaldo da Brescia

1.3     1.4

1.5     1.6

1.14     1.7

piazza dei Carraci, cassette postali impreziosite da piccole opere di C215

1.10

opera di Alice Pasquini, via Masaccio

1.11

presenze umane

1.12

opera di Mr. Thoms, via Pinturicchio

1.13

opera di C215, via  Giovanni Paolo Pannini