Pino Volpino

Edificio Fleming /9

Sotto l’occhio vigile di una solare mucca realizzata da Pino Volpino,

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il giovane Gorilla scatena la propria vis creativa realizzando ben quattro opere con la tecnica dello stencil. Questa tecnica, se da una parte favorisce una rapida esposizione di un’opera, presuppone, a monte, un duro lavoro di preparazione della (o delle, nel caso di uso di più colori) matrice. Il nostro artista prepara i suoi stencil un maniera veramente artigianale, assemblando più fogli di carta formato A4 che dopo l’uso diventano inservibili; questo fa sì che l’opera realizzata diventi un pezzo unico.

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Gorilla attacca la prima opera

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originalissimo modo di firmare

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l’opera

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nell’ambiente (sullo sfondo l’opera di X già presentata)

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Gorilla alle prese con il secondo stencil

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l’opera

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nuovo stencil

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terza opera

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visione d’insieme

In uno stainzino appartato, dove venivano, e vengono tuttora conservati enormi flaconi contenenti strane pozioni, Gorilla si è ricavato un piccolo angolo per esporre la sua quarta opera; eccola:

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visioni d’ambiente

Edificio Fleming /5

Dopo breve pausa bucolica riprendiamo il reportage dalla fabbrica abbandonata, in via Tiburtina a Roma, che un tempo fu sede di un’industria farmaceutica all’avanguardia per tecnologia; vi si produceva la penicillina che soddisfaceva non solo il fabbisogno del nostro paese ma addirittura quello di tutta Europa. L’artista su cui questa sera focalizziamo la nostra attenzione è Pino Volpino, perfetta simbiosi fra l’amore per l’essere umano e l’amore per gli animali, una figura squisita, e come uomo e come artista. Una delle opere, che in seguito puntualizzeremo, è stata realizzata con la collaborazione dell’artista Roberta Gentili. Nella lunga carrellata, svariate sue opere sono esposte sui freddi muri di questo immenso sito, vedremo simpaticissimi animali che sembrano vivere tensioni e passioni …… umane:

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asinello dal manto blu di Prussia

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la dama con la foca, opera a quattro mani con l’artista Roberta Gentili che ha realizzato la dama

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la foca di Pino Volpino                                     la dama di Roberta Gentili

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la famiglia maialini

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che timidamente esplora l’ambiente

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l’elefantino miseramente caduto dal cielo

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in un freddo e sporco interrato

Sulle sponde del Liri /2

Secondo appuntamento con la street art nella cartiera abbandonata. Siamo sulle sponde del fiume Liri, nel basso frusinate. L’artista di cui mostreremo la realizzazione del proprio murale è Pino Volpino, colui che ha la capacità di umanizzare gli animali, in senso buono. Stavolta dà vita ad un cagnone che nonostante la sua mole infonde sicurezza e tranquillità all’osservatore, ma incute timore al malintenzionato.

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poche tracce rosse e verdi, sicure pennellate di nero e il nostro pacioso cagnolone prende forma

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 Pino Volpino e Rox Piridda intenti a realizzare le loro opere

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il murale si riempie di colore 

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gli ultimi ritocchi

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ed ecco il murale terminato

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buona guardia!

Ritorno al luogo ai confini della realtà / appendice

Il reportage dalla fabbrica abbandonata dove un affiatatissimo gruppo ha sfoderato pennelli e bombolette per dar luogo ad una insuperabile performance artistica necessita di un’appendice.

Questo perché i due artisti coautori dell’opera presentata nel corso della prima puntata del reportage stesso (vedi articolo del 11 agosto scorso), la suggestiva interpretazione del leone della MGM, ciascuno per proprio conto, hanno realizzato un’altra opera.

Cominciamo con Pino Volpino; per non lasciare solo quello sgargiante leone vi ha realizzato vicino un simpaticissimo e decattivizzato, anzi direi impaurito, orso bianco alla deriva su di un piccolo lastrone di ghiaccio, forse un riferimento all’attualità del problema del riscaldamento globale che vedrà come prima vittima proprio l’orso polare.

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un rapido abbozzo a matita e via di bomboletta

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ed ecco l’opera

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in buona compagnia

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i pezzi incastonati in quelle che erano due timide prese di luce per un ambiente nascosto da bui corridoi

L’altra artista, Marzia MNT, si è defilata ed ha scelto come sito ove esporre la propria opera una stanza luminosa:

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la “suspense” delle prime pennellate

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il soggetto prende forma

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breve consulto con i colleghi Volpino e Gori

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ed ecco l’opera

Ritorno al luogo ai confini della realtà /1

Il 31 agosto dello scorso anno 2014, salutando i frequentatori del progetto “FotografiaErrante” che se ne andavano in vacanza, presentammo il nostro primo approccio con un mondo a noi allora sconosciuto; in quell’occasione ci imbattemmo, per puro caso,  in un luogo misterioso, e ribadiamo, come dicemmo anche allora, un luogo fatto apposta per farci sentire un brivido lungo la schiena. Lo visitammo perché da un’immagine di un’opera di street art circolante sul Web pensammo, a ragione, di scorgere un luogo a noi familiare, che faceva parte del paesaggio della nostra adolescenza. Vi trovammo infatti l’opera ricercata (murale al giorno numero 31) e in occasione di successive visite (murale al giorno numero 70 del 11 ottobre 2014) ne trovammo altre; gli autori, Andy Green e Mister Tohms. Da allora abbiamo visto altri luoghi (da noi definiti misteriosi), tutti dismessi e lasciati in balia degli uomini e del tempo ma che avevano in comune una semplice cosa, essere diventate dei luoghi di esposizione dei murales da parte di artisti alla ricerca di concentrazione e tranquillità. Abbiamo quindi visitato vecchie fabbriche, vuoi chimiche, vuoi farmaceutiche, edifici statali un tempo adibiti alla cura ed educazione dei “trovatelli” o alle lunghe degenze degli anziani, poveri ovviamente. Siamo andati in immense cartiere edificate vicino ai corsi d’acqua e rapidamente conquistate dalla vegetazione spontanea o edifici di discreta grandezza, dove si producevano saponi o si conciavano le pelli, ubicati anche nei centri cittadini e divenuti bivacchi per poveri diseredati. Siamo entrati infine in centri direzionali, una volta brulicanti di “Yuppies”, giovani professionisti rampanti della finanza e dell’industria, ed oggi miseramente finiti nelle spire del serpente della crisi che ci attanaglia da ormai un decennio. Un viaggio attraverso questo mondo affascinante puù essere compiuto standosene comodamente a casa, scorrendo gli articoli del progetto “FotografiaErrante”.

Di recente siamo tornati nel primo luogo misterioso da noi  visitato; ci siamo tornati perché un gruppo di street artist vi si è dato convegno per esporre le loro opere, frutto esclusivo del loro pensiero, scevre da ogni condizionamento esterno; noi, fortunati viaggiatori erranti, ci siamo intromessi ed abbiamo avuto la fortuna di vederli operare, di colloquiare con loro, insomma di arricchire il nostro bagaglio culturale.

Iniziamo quindi oggi un viaggio che ci condurrà, nel corso di varie puntate, attraverso saloni immensi, scale buie, stanze nascoste di quel luogo abbandonato da quasi trent’anni (si tratta di una azienda di produzione alimentare entrata in attività nel 1965 e chiusa 14 febbraio 1987) che il solo pensiero di visitarlo ti fa accapponare la pelle: sembra di essere precipitati in un episodio de “Ai confini della realtà”, classica serie di telefilm americani degli anni 50 del secolo scorso che narrava gli effetti di visite di extraterrestri, ovviamente molto cattivi, o di conseguenze di ipotetiche guerre nucleari.

Focalizziamo quindi, questa sera, la nostra attenzione su un duo artistico inedito che ha realizzato un’opera dissacratoria di uno dei simboli sacri del ventesimo secolo; sono Pino Volpino (Morandi a Colori, articolo del 19 settembre 2014) e Marzia MNT (murale al giorno numero 61 del 30 settembre 2014 e numero 22 del 22 luglio 2014). Nei prossimi appuntamenti presenteremo le opere di MK, Carlo Gori, Mauro Sgarbi, Rox Piridda, Marcy e Chew-z. Buona visione

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l’attacco al muro da parte di Marzia e Pino

Ed ora alcuni scatti realizzati nel corso della realizzazione dell’opera:

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l’opera di Marzia MNT e Pino Volpino

Morandi a Colori – Il centro culturale Giorgio Morandi

Oggi 19 settembre 2014 vi parlo del Centro Culturale Giorgio Morandi che opera nel popolare quartiere di Tor Sapienza, estrema periferia est di Roma, sulla via Prenestina.

Sempre in zona, poco più oltre c’è l’ormai famoso MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia.

Domani 20 settembre è un gran giorno per il “Giorgio Morandi”, dopo un grosso lavoro di “restyling”, domani per l’appunto, ci sarà la grande re-inaugurazione del Centro, alle 16 comincerà la grande festa che andrà avanti fino a sera inoltrata. Siete tutti invitati! Ed il Giorgio Morandi in questo nostro progetto ci sta tutto, perché, oltre ad essere un grande polo culturale per il quartiere, è anche un luogo che conserva tanti murales, opere d’arte contemporanea che non hanno assolutamente nulla da invidiare ai tanto blasonati musei del circuito ufficiale, anzi…..!

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Curatore ed animatore del Centro Culturale Giorgio Morandi è Carlo Gori, anche lui street artisti che abbiamo avuto ed avremo ancora occasione di incontrare nel corso delle nostre escursioni al MAAM.

Carlo Gori è un’artista multidisciplinare nato nell’ambito teatrale dove l’incontro è stato sempre  il primo aspetto fondamentale. Ama dipingere fra la gente  perché gli piace farsi contaminare da coloro che gli girano intorno e dai luoghi che percorre. Considera l’arte come mezzo per potersi esprimere con più profondità, senza tante parole e con nuove sintesi, anche stilistiche: lui ipotizza che se la sua pittura nel tempo si è affinata, lo deve alle persone che ha incontrato e ai bisogni cui ha provato a dare voce.

Carlo è il direttore artistico di progetti come Morandi a colori, Tor Sapienza “Quartiere d’Arte”, Tor Sapienza in Arte e, prima, Torbellamonaca che spettacolo!!, che mettono l’arte al centro della vita di una comunità di periferia, sia per contribuire a darle un’identità, sia per creare le occasioni del suo riscatto. Ci crede davvero, perché ha fiducia nelle persone, anche al di là di quello che vogliono rappresentare di sé o di quello che gli altri vedono di loro. Le comunità che vive maggiormente sono multietniche, volenti o nolenti, povere, isolate, con molti conflitti, latenti e no, ma, ad ogni modo, capaci di possedere una ricchezza incredibile che aspetta solo di essere svelata, in primis da loro stesse.

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 due opere di Carlo Gori

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due particolari della grande opera di Aladin che si stagli sulla parete esterna principale del Centro Culturale

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Charlot ed il monello visti da Aladin

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tre particolari dell’opera

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panchina e muretto dipinti da Pino Volpino

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in particolare, la panchina

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particolari di due opere realizzate a quattro mani da Carlo Gori e Tomoe

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altre due opere presenti al Circolo Culturale Giorgio Morandi : la prima di Carlo Gori, la seconda di Pino Volpino