Gio Pistone

Un giorno al Parco delle Energie

L’11 di ottobre, al Parco delle Energie, si sono dati convegno 4 street artist per riqualificare un edificio all’interno del parco stesso. Gli avventurieri erano, in stretto ordine alfabetico: Gio Pistone, Cancelletto, Martoz e Alleg. Per due giorni si sono scatenati realizzando delle opere che si sono interconnesse le une con le altre senza soluzione di continuità e fra poco vi renderò conto di ciò che le loro mani virtuose e le loro menti pensanti hanno realizzato, ma prima facciamo un po’ la storia dei questo parco e di ciò che gli vive intorno.

Parlare solo di Parco delle Energie è riduttivo, perché la sua storia è strettamente connessa con gli scheletri di cemento ultradatati ed un lago recente che lo circondano e tutto, specie per gli abitanti della zona, è conosciuto come l'”Ex Snia”. Un tempo in tutta quell’area c’era una grande fabbrica della Snia Viscosa che per tutta la prima metà del Novecento produsse un tipo di seta artificiale, il rayon, attraverso la raffinazione chimica della cellulosa. Durante la seconda guerra mondiale, alla SNIA si producevano divise e e tutto cio che di tessile serviva per i soldati al fronte, e sotto la fabbrica venne costruito un rifugio antiaereo per gli abitanti del quartiere. Verso la metà degli anni ’50 lo stabilimento venne letteralmente abbandonato e la natura cominciò a riprendersi quello che le apparteneva, rovi e alberi veri e propri cominciarono a frantumare i muri fatiscenti dei capannoni e degli edifici una volta adibiti ad uffici. Tutto il sito, costituito da 14 ettari di terreno, inizialmente venne destinato alla realizzazione di edifici ministeriali nell’ambito del famoso SDO, l’asse direzionale orientale previsto dal piano regolatore del 1965 peraltro rimasto un mito urbanistico perchè mai realizzato;  l’ area entrò presto nelle mire dei palazzinari romani che in un mostruoso giro di intrallazzi, anche se non riuscirono ad abbattere gli edifici esistenti riuscirono comunque ad iniziare i lavori di edificazione nelle aeree libere, ma una grossa sorpresa sarebbe arrivata di lì a poco: era appena iniziata la costruzione di un edificio, quando improvvisamente lo scavo realizzato si allagò di acqua frizzante: le ruspe avevano sfondato la falda acquifera storica dell’Acqua Vergine, che attraversa la zona di Roma est: quella dell’acqua bullicante da cui prende il nome anche una via nelle vicinanze. Già dopo un anno l’acqua sommergeva completamente la zona del cantiere, ricoprendo la parte già edificata e bloccando definitivamente i lavori.

Nel frattempo, nel 1994 una parte del complesso che comprendeva alcuni edifici e poco più di due ettari di terreno veniva espropriata d’urgenza ; quell’area venne aperta agli abitanti del Prenestino-Labicano divenendo  il Parco delle Energie, la prima area verde del quartiere.

Nella parte del complesso industriale adiacente alla Via Prenestina è sorto nel 1995 un centro sociale, che ha dato il via a diverse attività autogestite, compresa una ciclo-officina, e che rivendica il salvataggio dell’area dalla speculazione e la riconsegna ai cittadini del parco.

In questa situazione veramente molto intricata, stando agli ultimi sviluppi, sembra che il lago sia, come dire, salvo; ossia la procedura di esproprio è andata a buon fine, sono iniziati i lavori di bonifica e presto tutti i cittadini avranno la possibilità di godere dell’unico lago sorgivo esistente all’interno del territorio del comune di Roma. Per quanto attiene, invece, il destino degli edifici della ex Snia ancora in mano alla vecchia proprietà non è dato di sapere quale sarà il loro destino ovvero se si procederà con la solita speculazione edilizia oppure se la magistratura troverà illeciti commessi sulla variazione di destinazione d’uso dell’area.

Per ora noi godiamoci le opere realizzate dai sopraccitati artisti e già che ci siamo, diamo anche una sbirciatina in giro per il parco e scorgeremo che vi sono anche altre buone opere di quella branca della street art che chiamiamo lettering.

Parte prima: gli artisti al lavoro

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Martoz e Gio Pistone                                                                                       Alleg 

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“Gio Pistone alle prese con i suoi Algarotti” (a sx si scorge anche #Cancelletto#)

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Martoz                                                               Alleg

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#Cancelletto#

Parte seconda: le opere

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Alleg e Gio Pistone

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Cancelletto e Alleg

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Martoz

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Gio Pistone

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Cancelletto

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Martoz

Parte terza: alcuni particolari

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Parte quarta: il Lettering del Parco delle Energie

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e……………….. Dulcis in Fundo: W il lago!

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by Aladin – ingresso al lago ex Snia, lato via di Portonaccio

Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia /8

Domani, domenica 21 settembre, al MAAM, Museo dellAltro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia, si festeggia, come di consueto la fine dell’estate: l’ INDIPENDENCE DAY [& NIGHT]. I cancelli apriranno alle ore 17,00. Ci saranno visite guidate con descrizione critica delle opere murarie e non, e sarà l’occasione  per presentare al grande pubblico le nuove opere che numerosi street artist hanno realizzato nel corso dell’estate. Ci saranno una cena meticcia e grande musica  ad allietare l’evento. Dimenticavo di dire che per chi domani avrà il coraggio culturale di presentarsi al MAAM, in via Prenestina, avrà anche la fortuna di incontrare gli artisti che in questi ultimi mesi hanno lavorato alla realizzazione delle loro opere e, magari, di parlare con loro sul significato della loro arte. Noi nel nostro piccolo approfittiamo per effettuare l’ottava visita nel tempio dell’arte contemporanea di Roma che, lo diciamo subito, non sarà esaustiva nel presentare tutte le nuove opere. Ci soffermeremo anche su alcuni murales che per mancanza di spazio, non sono stati menzionati nei resoconti delle visite precedentemente effettuate.

Il primo artista di cui parliamo oggi è Leo, nome d’arte di Leonardo Morichetti, giovanissimo civitanovese ma talmente navigato che dicono di lui abbia imparato a disegnare che a parlare. Già nella prima infanzia, appena all’età di 6 anni, vince un concorso nazionale indetto dalla Disney, ed entra nei primi 300 selezionati per il premio su oltre diecimila partecipanti. Crescendo continua a partecipare ed a vincere concorsi nella sua provincia, illustrando anche piccoli racconti di favole per bambini. Da adolescente inizia il percorso scolastico nel campo dell’arte e notato subito per la sa arte viene scelto per partecipare ad uno stage di 3 settimana nel Liceo Artistico di Czestochowa, in Polonia, per Grafica Multimediale. Nel suo periodo formativo artistico, dal 2009 al 2011, espone con continuazione in mostre ed eventi della cultura underground divenendo uno dei fari dell’arte contemporanea nella regione Marche. In questo periodo si avvicina alla street art anche grazie a Nicola Alessandrini, che sarà anche suo maestro in questo periodo della sua crescita, e con cui realizza alcune opere murarie sempre nel Maceratese.

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l’opera di Leo presente al MAAM

 Nell’agosto 2011 si iscrive all’Accademia di Brera di Milano, sezione pittura, legandosi particolarmente al Prof. Roberto Casiraghi. A settembre , avendo notato una presenza forte della cultura Street Art presente per le vie della città, decide con Maurizio Romani, un negoziante di Corso di Porta Ticinese, di arricchire i grigi muri e le scarabocchiate serrande di quella via con opere, dipinti, satira, aforismi, poesie e rinominandola Via dell’Ironia; questa azione riscuote un enorme successo. Da Milano dilaga a Bologna e specialmente a Roma ed in questa città dipinge insieme alla giovane artista Marzia in primis al “Lucernario”, spazio autogestito dagli studenti universitari al Dipartimento di Musica della Sapienza ormai sgomberato dalla follia anticulturale del rettore Frati, dove realizzano dei meravigliosi ed incontenibili cavalli, e al CSOA “cinema Volturno”, anch’esso di recente sgomberato dalla forza pubblica.

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l’opera vista dalla prospettiva opposta

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 Secondo artista è Mauro Sgarbi, lui viene dalla pittura tradizionale e, per la prima volta in assoluto, si è cimentato al MAAM nel realizzare un muro di enormi dimensioni ed a quanto pare con risultati eccellenti; i suoi alberi antropomorfi sembrano lanciare, con l’aiuto di variopinte farfalle, gli elementi della terra alla conquista del cielo.

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Mauro Sgarbi mentre realizza la sua opera

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l’opera realizzata in tutti i suoi dettagli

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Ritorniamo su un’opera già presentata in un suo solo particolare nei precedenti articoli sul MAAM, nella stanza dei giochi della ludoteca, ribattezzata la stanza di Veronica, c’è il murale di Veronica Montanino: siamo ora in grado di presentare la sua opera completa:

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Dentro questa grande macchia che trasborda anche sul pavimento una miriade di tondi coloratissimi sono li per accattivarsi la fiducia dei bambini che frequentano la ludoteca.

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tre particolari dell’opera

Presentiamo inoltre un particolare dell’opera realizzata di recente da Veronica Montanino sulla scala che sale al piano superiore di Metropoliz e realizzata con l’aiuto dei bambini della città meticcia:

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Presentiamo ora un’altra opera di Gio Pistone, già conosciuta nei precedenti articoli  e che potete rivedere tutti riassunti nella sezione “Realtà” di questo progetto alla voce “MAAM – Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia”. Quest’opera e stata realizzata al piano superiore del Museo, nella ludoteca, vicino alla porta che conduce a quello che era il salone della stagionatura dei salumi quando, quarant’anni fa, era attiva la fabbrica di salumi.

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Già conosciutissima nel mondo della street art come ideatrice di un mondo parallelo popolato di strane creature create con pennello e colori sgargianti (bianco, acqua marina, rosso, fuxia, viola), Gio Pistone, che ha realizzato insieme a “Nic” Alessandrini la quinta stanza alla “-1 Art Gallery, spazio Underground della Casa dell’Architettura di Roma”, qui ci conduce in un mondo sconosciuto dove vivono personaggi onirici che sembrano vivere in una favola variopinta.

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E per finire vogliamo omaggiare quattro grandi artisti che per primi hanno dato forma a questo museo: nell’ordine, da sinistra a destra Blackwan & Tilf, Aladin,Carlo Gori . Questa è la loro meravigliosa opera:

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Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia /3

Già conosciutissima nel mondo della Street Art come ideatrice di un mondo parallelo popolato di strane creature creato con pennello e colori sgargianti (bianco, acqua marina, rosso, fucsia, viola), Gio Pistone di recente  è salita prepotentemente alla ribalta con l’apertura della quinta stanza realizzata insieme a “Nic” Alessandrini alla “-1 Art Gallery”, spazio underground della Casa dell’Architettura di Roma: qui ci conduce in un mondo sconosciuto, definito come la “terra dei leoni”, abitata da esseri fantastici, mutanti (chi siamo noi?), che sembrano combattere per la sopravvivenza.

 

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Anche in queste opere conservate al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz tornano gli esseri immaginari cari a Gio Pistone, realizzati mediante il sapiente uso di colori molto forti, contrastati da colori chiari o a volte tenui. A proposito di colori, Gio afferma di usarne di molto poveri: smalti di ferramenta mischiati con tutto quello che si può con essi miscelare così da realizzare poltiglie putrescenti, anche se dalle sue realizzazioni sembrano uscire solo immagine fantastiche, pulite e senza sbavature.

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Massimo Iezzi: la sua arte è tutta incentrata sul riutilizzo di rifiuti che hanno completamente esaurito il loro ruolo nella società consumistica, per farne degli oggetti d’arte trasfigurati in modo grottesco e allo stesso tempo affascinante.

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 E’ giusto definire Lucamaleonte “il maestro dello stencil”: infatti i suoi lavori spesso prevedono l’utilizzo di mascherine e vernici finalizzato alla realizzazione di stencil multilivello che prevedono la sovrapposizione di svariati colori. Ormai famosissimo, nel 2008 ha preso parte al Cans Festival di Londra promosso da Banksy; successivamente ha curato in prima persona, insieme a Lex e Sten, la realizzazione della loro idea circa la messa in cantiere del festival International Poster Art di Roma.

Di recente ha appoggiato con entusiasmo il presidente del Municipio VIII (ex XI) di Roma Capitale Andrea Catarci nella sua idea di trasformare in gallerie d’arte all’aperto luoghi e spazi in cattive condizioni, e ha dato luogo alla realizzazione, totalmente finanziata da privati, di un lavoro artistico, coadiuvato da un altro Street Artist (Hitnes), consistente nella riqualificazione del ponte ferroviario di Via delle Conce. Così commenta una signora che abita nelle vicinanze: “Era un ponte orrendo, dava addirittura fastidio il doverlo attraversare. Oggi, da passaggio davvero sgradevole è diventato un’esposizione di opere d’arte, e mi sento di ringraziare in prima persona chi l’ha realizzato”.

 

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In questa opera, che si rifà ad un classico della fantascienza, Lucamaleonte sembra gettare uno sguardo senza tempo, che allinea idealmente il passato con il futuro. Così bella che gli abitanti della Città Meticcia hanno eletto il luogo ove è custodita a cucina della comunità.

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Opera realizzata da Lucamaleonte in occasione dell’inaugurazione del MAAM del 5 ottobre 2013, incentrata sul classicismo puro dell’arte, sembra voler richiamare l’attenzione della gente nei confronti del recente ritrovamento nella zona di importantissimi reperti archeologici avvenuto nel corso degli scavi, guarda caso, per la messa al mondo di nuove, inutili colate di cemento.

Viaggio attraverso il Quadraro /8

 

Ci apprestiamo ad impegnare al contrario l’attraversamento pedonale che, sottopassando la via Tuscolana, collega il Quadraro Vecchio col Quadraro Nuovo; da questa parte ad affrescare il portale, con i suoi personalissimi colori forti contrastati da colori chiari, ci ha pensato Gio Pistone.

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Gli esseri immaginari cari a Gio presenziano prepotentemente lo scuro attraversamento, quasi a voler rassicurare il viandante che si appresta ad imboccarlo.

_MG_7254particolare dell’opera di Gio Pistone

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Una menzione particolare va rivolta al murale di Gary Baseman, posto in largo dei Quintili. In quest’opera l’artista, i cui genitori ebrei polacchi hanno vissuti in prima persona le persecuzioni naziste e dovettero, per salvarsi la vita, emigrare negli Stati Uniti, rappresenta simbolicamente un cervo-albero (suo padre Ben) che combatte contro le forze del male; intorno a lui che difende strenuamente ci sono la verità, la libertà e la fede (che ha la testa mozzata). Tale opera commemora la deportazione dei Quadrarensi:  i nazi-fascisti  il 17 aprile del 1944, per colpire quel quartiere di Roma base di partigiani (lo chiamavano timorosamente “Nido di vespe”) , fecero una retata arrestando, casa per casa, 947 cittadini uomini dai 15 ai 50 anni. Furono tutti deportati nei campi di lavoro in Polonia e molti di loro non tornarono più.

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