Borondo

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /239

Reduci dalla nostra visita al “Forte Prenestino” storico Centro di Aggregazione Sociale romano, dove ieri sera abbiamo presentato il nostro libro sulla Street Romana, abbiamo portato una perla d’epoca che questa sera presentiamo ai frequentatori del progetto culturale FotografiaErrante. 

Ricordiamo a tutti che il Forte Prenestino, oltre ad essere un vero e proprio polo culturale di Centocelle (il XIX quartiere di Roma, che per densità abitativa non sfigura se paragonata a le città cinesi o indiane e che di contro per presenza di servizi sociali sembra invece il deserto del Sahara) è dal punto di vista dell’arte contemporanea uno scrigno che custodisce opere dei più interessanti street artist italiani e non solo. Tiriamo fuori quindi, dal cappello magico di questo Centro Sociale, una opera di Borondo, probabilmente sconosciuta a molti o dimenticata come era successo a noi:

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il murale di Borondo

A farci tornare la memoria sulla vastità di opere presenti sui muri del Forte Prenestino, è stato uno street artist transitato più volte sulle pagine di FotografiaErrante, abbiamo presentato le sue opere esposte a Metropoliz, sui muri del Pigneto e in quegli spazi fortemente degradati che sono le fabbriche abbandonate, dove regna il silenzio e la natura cerca di prendere rapidamente il sopravvento. Con Carlos Atoche, alla luce di fioche lampadine, infatti,  abbiamo fatto un tour notturno tra le opere esposte scoprendo, dietro porte nascoste, anche alcune immagini inedite che non mancheremo di testimoniare. Ecco ora una delle opere di Carlos Atoche custodite al Forte:

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /187

Questa sera, siamo arrivati al 20 maggio, vi presentiamo due chicche di Borondo; presenti ambedue al Rione Testaccio, in via Alessandro Volta; la prima opera sta sullo stipite dell’ingresso di una galleria d’arte contemporanea, la seconda sulle mattonelle all’interno del bagno della stessa galleria. Una curiosità: della prima opera esiste un’altra copia, di dimensioni leggermente più grandi esposta su di una palina informativa di ATAC a largo Chigi (vedi Murale al giorno numero 63 del 4 ottobre 2014). Buona visione!

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /154

Questa sera restiamo al centro di Roma, cambiamo solamente Rione, lasciamo Campo Marzio, entriamo a sud nel Rione  Trevi e percorriamo d’un fiato il traforo Umberto I; attraversiamo via Nazionale e ci immergiamo nel I Rione di Roma: Monti. Lì, in una strada abbastanza battuta, se siete veramente curiosi ed attenti osservatori dell’ambiente, sicuramente avrete la fortuna di incappare con la vista nelle finestre di Borondo; ci sono due persone rigorosamente graffiate nei vetri, probabilmente un padre ed un figlio adolescente, che sembrano dialogare fra loro. Per fortuna del viandante le persiane che incorniciano quelle finestre sono, a quanto pare, perennemente aperte.

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le opere

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il contesto ambientale

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /146

Questa sera parliamo di un ragazzo, di Walter Rossi un militante di Lotta Continua che il 30 settembre 1977, poco più che ventenne, venne ucciso con un colpo di pistola calibro 9 da Alessandro Alibrandi (ufficialmente) o da Cristiano Fioravanti (come sostennero successivamente le testimonianze dei compagni di Walter), comunque tutti e due fascisti (usciti dalla sezione del del Movimento Sociale Italiano) che negli anni settanta parteciparono a più di una azione delittuosa contro gli antifascisti. L’omicidio avvenne in quella che allora si chiamava piazza Igea, mentre Walter ed i suoi compagni stavano facendo volantinaggio di protesta per il ferimento, avvenuto il giorno precedente, di una ragazza, Elena Pacinelli, colpita da tre proiettili, ovviamente anche quelli sparati dai fascisti.

Il comune di Roma ha poi reintitolato piazza Igea in memoria di quel povero giovane “Walter Rossi – Antifascista”; di recente (non sappiamo esattamente la data), anche lo street artist Borondo ha voluto rendere omaggio alla memoria del giovane Walter, affrescando, su ciascuna delle quattro pareti di un manufatto presente nel giardinetto al centro di quella piazza, il suo ritratto che, partendo nitido dalla prima parete, diventa, via via, sempre più  evanescente per scomparire alla vista quasi del tutto sull’ultima parete.

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prima parete                                              seconda parete

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terza parete                                              quarta parete

Ed ora ammiriamo i particolari:

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 prima parete                                              seconda parete

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terza parete                                              quarta parete

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l’ambiente

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /98

Oggi 12 novembre, acqua a catinelle; e quando piove la street art non presenta novità o quanto meno oggi non ha presentato novità di rilievo anche perché abbiamo fatto una piccola sortita in Abruzzo. Questa sera tiriamo fuori dal cilindro magico una perla fotografata al Volturno Occupato, ricordate quel cinema che stava nel Rione Castro Pretorio, vicino alla stazione Termini di Roma, occupato dai giovani del quartiere e divenuto un meraviglioso centro di aggregazione sociale fino a quando questa estate è stato sgomberato dalla forza pubblica e restituito alla speculazione edilizia. Lì dentro c’era un vero e proprio museo: opere dei più affermati Street Artist non solo italiani; se scorrete gli articoli di questo progetto troverete altre opere fotografate al Volturno Occupato. Se anche qualcuno di voi oggi riuscisse ad intrufolarsi all’interno di quello che una volta era il cinema Volturno troverebbe, ahimè,  solo un mucchio di calcinacci.

Vi mostro quindi uno scatto che rende bene l’idea di quanto fosse ricco di opere l’ambiente; tre murales in una fotografia sola, gli artisti sono Borondo, Cancelletto e Alt 97.

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lo scatto 

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tre particolari relativi ai singoli artisti: Alt 97, Cancelletto, Borondo 

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /81

Questa sera vi presento un’opera, un poster di Borondo, l’ho catturata il 25 aprile di quest’anno in via dei Marsi a Roma, nel quartiere di S.Lorenzo, vetrina degli street artist, dove ogni artista, possibilmente nottetempo espone la sua opera, qualche volta di routine e qualche volta provocatoria. Veniamo all’opera, un delicato poster prodotto da Borondo, si carta di giornale, avente per soggetto una donna, non si sa se giovane o vecchia, vestita di stracci, un grosso fazzolettone che le copre completamente la testa, raccolta in ginocchio, a mani giunte, che chiede l’elemosina. Ottima opera, ma quello che per noi la rende addirittura eccezionale è il fatto che il 5 di ottobre, ossia sei mesi dopo l’accertata esistenza dell’opera,  in via della Conciliazione abbiamo fotografato la sua modella. Ecovi le prove:

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l’opera

e qui di seguito la modella

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /80

Questa sera, siamo arrivati al 22 di ottobre, sta cambiando la temperatura, viaggiamo ormai a grandi falcate verso il grembo di messer inverno e la mente comincia a andare a ritroso nel tempo alla ricerca dei momenti luminosi dell’anno. Come quando oggi, passando in via Volturno, al rione Castro Pretorio di Roma, i miei occhi sono andati famelicamente alla ricerca dell’ingresso di quello che una volta era stato un cinema (il Volturno) e che negli ultimi anni era diventato (Volturno occupato)  uno dei più importanti centri di aggregazione sociale del Centro della città. Ed ho ricordato che, nel corso dell’estate, il clan dei palazzinari romani aveva fatto bingo (sì li dovrebbe sorgere una famigerata sala bingo) ed aveva ottenuto lo sgombero forzoso della sala ad opera della forza pubblica ed i Bravi del signorotto di turno erano subito entrati con i picconi per accanirsi contro le opere realizzate, all’interno del complesso, da tantissimi street artist italiani e stranieri. Quello scrigno d’arte contemporanea vive ormai nel pensiero di tutti quelli che lo hanno frequentato ed anche, per fortuna, nel nostro archivio fotografico.

Voglio pertanto condividere con tutti almeno due opere, la prima che ti accoglieva quando arrivavi in via Volturno e già da lontano stuzzicava i tuoi pensieri, sul portone di ingresso si stagliava un volto umano opera di due steert artist, Lex e Sten, lei di Taranto, lui di Roma. Entrambi del 1982, sono considerati nell’ambito della Street Art tra i primi diffusori in Italia dell “Stencil Graffi”. Dopo un inizio in cui si sono rifatti a personaggi tratti da film degli anni ’60, hanno sviluppato la tecnica della mezzatinta nello stencil. A partire dal 2009, Sten e Lex utilizzano lo stencil come poster e vi dipingono sopra per poi distruggere la matrice; il processo comincia con l’affissione in strada di uno stencil che è attaccato al muro come un manifesto; starà poi al tempo ed agli agenti atmosferici rimuoverlo per lasciar spazio all’immagine impressa sul muro.

La seconda opera invece è quella che vedevi solo al momento dell’uscita del Volturno occupato, non la perdevi mai perché tanto era intenso il suo messaggio che gli occhi si alzavano automaticamente a guardarla. L’opera era di Borondo, la superficie quella da lui prediletta, il vetro, sul quale dopo aver passato, come i questo caso, mani di vernice colorata (ma spesso ama usare solo il bianco), graffiandola sapientemente con un raschietto riesce a far emergere delle figure antropomorfe che sembrano, per il loro aspetto tridimensionale, scolpite. E significativo è il messaggio che lanciava l’opera: in questo luogo di cultura le menti hanno stabilito un contatto producendo una sinergia luminosa!

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l’opera di Lex e Sten sul portone di ingresso del Volturno Occupato

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l’opera di Borondo sul frontone all’uscita dal Volturno Occupato

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /63

Oggi ho scovato una chicca che merita di essere pubblicata. Borondo, super street artist spagnolo. Le sue opere sono inconfondibili ed originalissime; i sui soggetto sono figure antropomorfe che nonostante siano fissate su supporti a due dimensioni, sembrano essere scolpite per quanta sensibilità e carica emozionale riescono ad esprimere. Nei suoi bellissimi lavori su vetro fa nascere le figure graffiando la vernice e riesce a far loro esprimere sguardi intensi, pose armoniche e gesti che sembrano dare movimento alla scena stessa (per la conferma vedere il murale al giorno numero 12). L’opera (stencil) che qui vediamo Borondo l’ha appiccicata ad una palina elettronica della fermata dei bus a Largo Chigi dove inizia via Barberini che delimita il confine fra i rioni romani “Colonna” e “Trevi”.

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l’opera

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il sito

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /12

Oggi 12 luglio 2014 un classico della street art: Borondo, spagnolo di Segovia. Le sue figure antropomorfe sembrano nascere dal nulla, come la fenice; basta una spolverata di vernice bianca ed ecco il miracolo, con un sapiente uso di un semplice raschietto acuminato Borondo riesce a far emergere personaggi che esprimono intense emozioni; quando poi il tutto avviene graffiando un vetro il risultato è emozionante.

 

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siamo i via Nazionale, altezza traforo; la vetrina appartiene ad una ex banca (forse banca di Roma) 

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Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia /1

Il MAAM (Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz) è il terzo museo di arte contemporanea di Roma. Si differenzia però da MACRO e MAXXI per la sua perifericità pre-raccordo, per la totale assenza di fondi ed il suo rapporto con la realtà meticcia che lo contamina di vita. Giorno dopo giorno il museo si arricchisce sempre di più opere; gli artisti, che rispondono con entusiasmo, sono invitati a dare il loro contributo gratuitamente.

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Ovviamente qui la Street Art la fa da padrona.
L’esperienza di Metropoliz_ città meticcia, con l’annesso Museo dell’Altro e dell’Altrove, nasce da un’idea visionaria di Giorgio de Finis, antropologo ed agitatore culturale, curatore dello spazio “underground” della Casa dell’Architettura dell’ex Acquario Romano.

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Borondo, spagnolo di Segovia, si è imposto prepotentemente sulla scena della Street Art mondiale. Inconfondibili ed originalissime, le sue opere sono costituite da figure antropomorfe che, nonostante siano fissate su supporti a due dimensioni, sembrano essere scolpite per quanta sensibilità e carica emozionale riescono ad esprimere.

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Nei suoi bellissimi lavori su vetro, Borondo fa nascere le figure graffiando la vernice e riesce a far loro esprimere sguardi intensi, pose armoniche e gesti che sembrano dare movimento alla scena stessa.

HDR2Particolare dell’opera dipinta sulla parete esterna del MAAM che dà sulla Via Prenestina

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_MG_9080Sopra e sotto, due delle opere dell’artista yemenita Aladin presenti al MAAM

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Diamond, maestro d’arte uscito dall’Accademia di Roma, è attivo come writer dai primi anni Novanta; approda poi rapidamente alla Street Art divenendone uno dei punti di forza. La sua tecnica iniziale è quella dello stencil, ma passerà ben presto all’uso di spray, pennello, marker, matita, inchiostro giapponese e black ivory.
A partire dal 29 maggio 2013, il Museo di Roma in Trastevere propone una rassegna sulla Street Art, soffermandosi sull’operato di Diamond ed in particolare sulla sua collaborazione con la casa editrice Drago, che ha portato alla realizzazione di disegni, per lo più rappresentanti figure femminili, affissi come poster nei luoghi romani più simbolici.
Di quei poster non c’è più traccia, restano solo le foto scattate da Diamond stesso.

 

_MG_9194Opera dipinta all’interno della sala ristoro

 

_MG_9100Dipinto realizzato su una delle porte in ferro scorrevoli di accesso al MAAM dall’interno di Metropoliz