Marcy

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /235

Notevole performance artistica, oggi, in una defilata fabbrica abbandonata. Due maestri del lettering di estrazione pugliese della “FluoCrew” hanno lavorato alacremente per realizzare le loro opere e terminarle prima che fosse buio. I due artisti sono:

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Marcy

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Sone

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fase intermedia di produzione

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il prodotto finale

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l’opera di Sone

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l’opera di Marcy

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /225

Con i “Murale al giorno” numero 212, 213, 215 e 216 pubblicati nella prima quindicina dello scorso mese di novembre ci eravamo trasferiti al Trullo, zona edificata a cavallo fra le due guerre, che ospitò dapprima il popolo cacciato dal regime dal Rione Alessandrino raso al suolo per costruire via dell’Impero (divenuta poi via dei Fori Imperiali), in attesa della loro definitiva deportazione al Quarticciolo e quando questa avvenne fu usato per dare casa a tutti coloro che venivano sfrattati con la forza dai quartieri centrali della città per fare posto alla classe dirigente fascista.

Avevamo documentato l’impegno  messo in cantiere dai residenti, per riqualificare culturalmente quel quartiere abbandonato a se stesso dalle varie amministrazioni comunali che si sono succedute da sempre, ormai ci viene da dire. Avevamo presentato le opere realizzate da alcuni degli street artist più famosi della città, da Solo a Diamond, da Bol 23 a Gomez; questa sera soffermeremo la nostra attenzione sulle opere esposte da una parte di altri artisti partecipanti:

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opera di Jerico

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opera di Mr. Klevra (work in progress)

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l’entrata del mercato dipinta da Piger e Ivan

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tre particolari dell’opera

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due pareti contrapposte affrescate da Marco Tarascio

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l’opera di Marcy

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“pittori anonimi del Trullo”

E per finire un’altra carrellata di deliziose opere realizzate per lo più da artisti che vivono nel quartiere:

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Ritorno al luogo ai confini della realtà /5

L’artista che presentiamo questa sera, anch’essa partecipante all’escursione nella fabbrica abbandonata dagli uomini,  ha una particolarità: quando attacca un muro non perde un attimo di tempo; superconcentrata non si fa distrarre da nulla e porta a termine la sua fatica in un battibaleno. Inoltre è molto attenta alle situazioni e sfrutta ogni dettaglio dei fenomeni ambientali con cui entra a contatto. Pittrice di origini siciliane, tra l’altro raffinatissima e creativa fotografa, dalle spiccate doti naturali fin dall’infanzia, ha affinato la sua cultura artistica a Torino, il suo nome d’arte è Rox Piridda. Nella sua trasferta romana è entrata immediatamente a contatto con il fantastico mondo dell’arte da muro ed ha realizzato un cospicuo numero di murales che avremo l’occasione di mostrare, nel breve futuro, ai frequentatori del progetto “FotografiaErrante”. Rox, nella vita, si occupa di disabilità; comunica con l’ambiente che la circonda attraverso la pittura e la musica, cercando in tal modo di rendere partecipi gli altri delle proprie esperienze.

L’attacco al muro:

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l’opera di Rox Piridda

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un particolare e l’opera in perfetta armonia con quella realizzata da Marcy

Nel secondo attacco Rox Piridda approfitta di una nicchia ricavata in una grande parete:

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La nicchia che viene trasformata in stanza espositiva in un perfetto gioco di prospettive:

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la seconda opera di Rox

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i tre particolari costituenti l’opera

Grazie alla rapidità con cui pensa le opere e le realizza, mentre i suoi colleghi sono intenti a ad apportare ritocchi ai loro murales, Rox può concedersi di gironzolare per il sito e trarre ispirazione da particolari scenari esistenti; si appoggia ad un autoritratto preesistente per inserire il suo motto ” N’Fatti “

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la terza opera di Rox

o materializza una “Cyberdonna” innamorata su una solitaria parete d’un altrettanto immacolato grande ambiente:

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il quarto murale di Rox Piridda

O ancora si appoggia ad una parete dotata di porta per farla diventare una perfetta scatola cinese:

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Rox all’azione

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l’opera, la quinta

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oltre la prima porta

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attraverso la seconda porta

Infine, dipinge un uccello dalle sembianze indecifrabili, ma pulcinotto, che viene sostenuto nei sui primi passi da un elefante, un’opera già “in situ” realizzata dallo street artist Andy Green (murale al giorno numero 31 del 31 luglio 2014):

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la sesta opera di Rox

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inserita nell’ambiente

Ritorno al luogo ai confini della realtà /2

Seconda cronaca dell’intervento artistico effettuato da un gruppo di street artist all’interno di un immenso stabile industriale abbandonato da quasi trent’anni. Ieri abbiamo presentato l’opera realizzata da Marzia MNT e Pino Volpino; oggi è la volta di Marcy. Questo giovane artista, di origini pugliesi, lo abbiamo incontrato per la prima volta a Selci (articolo del 26 luglio scorso) dove ha realizzato uno psichedelico volto di ragazza.

Un po’ spaesato dalla grandiosità e misteriosità del sito, Marcy si è cimentato nel realizzare un’opera complessa, un incontro tra l’esercizio calligrafico ed il figurativo ricercato. Un’opera improvvisata di cui prima di giungere sul posto aveva solo “l’immaginazione”. La parte centrale del murale, quella in cui Marcy ha messo tutte quelle tonalità, da l’idea di un universo infinito ed è di sicuro effetto; quel grigio che circonda l’opera fa sì che la stessa si stacchi dalla superficie dove è esposta e sembri fluttuare nell’aria.

L’attacco al muro da parte di Marcy:

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Come di consueto, alcuni scatti che documentano la realizzazione dell’opera:

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l’opera di Marcy

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la firma

Escursione a Selci

Alcuni giorni fa ci siamo concessi una gita fuori porta. Ci era giunta voce che un gruppo di street artist era stata convocata a Selci, ridente borgo della Sabina, in provincia di Rieti, per dare una nota di colore ai quei pochi muri grigi che davvero stonavano con l’ambiente bucolico che li circondava. Ed ecco ciò che fino ad ora è stato realizzato perché un uccellino ci ha detto che la cosa non finisce qui ma avrà sicuramente un seguito:

Fio Silva, ventitreenne di Hurlingham, in Argentina, ha cominciato a lavorare come street artist quattro anni fa, per reagire alla morte del suo fidanzato. È stata la street art che l’ha aiutata a superare il dolore del lutto. “Oggi è la cosa che mi piace fare di più, e quello che sento davvero il bisogno di fare, tra tante altre cose”, ha detto Fio. Questa è l’opera la lei realizzata sui muri della scuola di Selci:

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la parete sud

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particolare

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la parete ovest

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Lo stile di Fio è una sgargiante rappresentazione della natura – animali insieme a foglie, alberi e rami – unita a energia e movimento. “Adoro dipingere cose in movimento”, dice Fio. “Credo che tutti abbiano bisogno di muoversi, qualcosa finisce e qualcosa inizia, sempre. Le cose che stanno ferme sono noiose e non ti permettono di migliorare. La vita è un viaggio eterno, una ricerca perenne, e io cerco di rappresentarla negli animali.”

C’è stato poi un lavoro collettivo su un’anonima cabina dell’alta tensione a cui hanno preso parte Emmeu, Solo, Diamond e Marcy; eccola:

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e qui di seguito le singole opere:

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Solo                   –                            Diamond

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EmmeU                   –                            Marcy

 

C’è poi un piccolo anfiteatro incastonato fra le case del borgo; sembra il luogo ove, in altri tempi, sarebbero convenuti gli anziani del paese per prendere magari chissà quale decisione importante per la collettività ovvero i bambini festanti che “gridando sulla piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto rumore:” Anche quello è stato magistralmente affrescato da Fio Silva:

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il pavimento dell’anfiteatro

In un luogo, per noi un po’ fuori mano, l’artista Diego Ritmo ha realizzato una lunga murata; per problemi tecnici ve ne mostriamo solo uno scorcio prospettico, riservandoci, a breve di mostrarvi l’opera completa in tutta la sua bellezza.

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l’opera di Diego Ritmo

Ecco tre particolari dell’opera:

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Ultimo artista è una nostra vecchia conoscenza; si tratta di Luis Gomez de Teran, l’uomo che dipinge tutti i colori del mondo, oltre che col bianco e col nero, con la scala tonale dei grigi; anche se a volte esprime colori che sembrano essere comunque compressi all’interno di un mondo in cui predomina il nero.   Predilige dipingere volti dando loro una espressività intensa che trasmette un velo di tristezza. Ecco l’opera da lui affrescata sul muro di una casa di Selci:

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l’opera di Gomez

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particolare

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l’ambiente

Ideato dall’Associazione culturale Kill The Pig, il progetto Pubblica, che ha permesso la realizzazione di questi murales, sarà documentato tramite foto e video. A conclusione del progetto di residenza sarà inoltre realizzata e distribuita una mappa di Selci, per orientarsi tra i luoghi degli interventi diffusi nella cittadina.