Mr. Thoms

Ritorno al luogo ai confini della realtà /10

Come previsto, lasciamo la piazza d’armi dello stabilimento abbandonato, che ormai conosciamo come le nostre tasche, e ci immergiamo nella immensa piscina verde che lo avvolge, lato sud. Una Vasca lunga almeno trecento metri e larga cinquanta separa questa oasi di silenzio da una arteria molto trafficata; gli automobilisti passano diritti e non degnano nemmeno di un’occhiata, questo regno dell’arte ipercontemporanea. In questo immenso prato verde alcuni plinti che un tempo sorreggevano elementi decorativi messi li apposta per richiamare l’attenzione degli automobilisti sulla produzione industriale del sito sono stati opportunamente utilizzati da Mister Thoms come basi per alcuni suoi straordinari pezzi, quattro per la precisione. Gustiamoceli insieme!

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pezzo n° 1

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pezzo n° 2

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pezzo n° 3

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pezzo n° 4

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Ed ora, ambiente a volontà!

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Ritorno al luogo ai confini della realtà /9

Dopo esserci gustati il panorama dal tetto della fabbrica abbandonata, torniamo rapidamente al piano terra e usciamo sul grande piazzale dove spiccano, sulle pareti giallo-limone dell’edificio, dei rispettabili esercizi calligrafici:

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Mister Thoms

Entriamo poi nel basso edificio che sicuramente era la parte direzionale della fabbrica; li in quello che doveva essere l’ufficio del “Megadirettoregalattico”, con parquet a terra e e legno pregiato alle pareti, Mister Thoms ha fatto rivivere una riunione dei consiglieri d’amministrazione:

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i consiglieri di maggioranza

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i consiglieri di minoranza

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visioni d’ambiente

Entriamo ora nei vari uffici, quello del personale, quello della corrispondenza, l’ufficio spedizioni e, per ultimo, la sala mensa!

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La nostra visita alla fabbrica abbandonata è terminata, ma non le sorprese; domani ci concederemo una bella passeggiata nell’ampio terreno che la circonda, invaso sì da vegetazione non controllata ma anche carico di colori………………………..

Ritorno al luogo ai confini della realtà /8

Avevamo lasciato quel luogo misterioso in provincia di Frosinone il primo di settembre dello scorso anno 2015; avevamo vissuto una settimana in compagnia di un gruppo di artisti che avevano realizzato le loro opere sopra gli immensi muri di quella meravigliosa fabbrica sospesa nel tempo, dove il tempo si è fermato a quando fu abbandonata da maestranze ed imprenditori. Accanto alle opere realizzate dal quel gruppo di artisti nella calda estate ciociara, vivevano già altri pezzi di pregevole fattura realizzati da Mr. Thoms e da noi descritti nei murali al giorno 31 e 70 rispettivamente del 31 luglio  e del 11 ottobre del 2014.

A distanza di tanto tempo alcuni giorni fa abbiamo fatto una visita al sito e, con nostra somma felicità, abbiamo trovato nuovi pezzi, tanti! Segno che  il posto comincia ad essere tenuto molto in considerazione da parte degli street artist, vuoi per il fascino che esso emana, vuoi per la sensazione di tranquillità e riservatezza che trasmette a chi trova quel minimo di coraggio di metterci piede.

Come al solito chi la fa da padrone è Mr. Thoms che è prepotentemente tornato, in veste di prima donna, nel sito ed ha realizzato dei pezzi al limite dell’affascinate; ma vi sono entrati anche tanti maestri del writing che vi hanno lasciato il segno del loro passaggio. Ecco quindi, in questo articolo,  un primo resoconto delle novità travate, cominciando dalla più, come dire, appariscente!

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Mr. Thoms

Passiamo nello stanzone accanto; lì c’è un superbo schizzo di ragazza con chitarra:

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Ed ora un po’ d’ambiente:

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Quindi lettering a volontà:

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Nel nostro girovagare come spinti da una euforia incontrollabile, saliamo rapidamente una scala che sembra non finire mai; poi afferriamo saldamente i montanti di una scala di ferro a pioli che ci porta in un buco sul soffitto, su in paradiso. Ed ecco in un panorama mozzafiato stagliarsi di fronte a noi, a far da cornice ad un totem che sembra essere stato trafugato dall’isola di Pasqua. Ci sediamo e gustiamo in silenzio questa visione!

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Mr. Thoms

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La Rampa Prenestina /4

E’ ora di riprendere il cammino l’ungo l’elicoidale della Rampa Prenestina; man mano che si scende verso il piano terra troviamo opere più complesse realizzate da collettivi e corredate di curiosi ed eleganti puppets.

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Una vita spezzata; ricordo di Carlo Giuliani

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Le tre immagini che seguono vanno considerate come parti di un pezzo unico, che per ragioni pratiche (tutto intero sarebbe diventato invisibile) abbiamo dovuto spezzare; abbiamo messo in risalto la parte di sinistra costituita da quattro graffiti  ed un piccolo puppet indaffarato a combattere specie di vermi assalitori,  evidenziato il puppet centrale, realizzato da Mister Thoms ed infine raccolto nella terza immagine altri due graffiti a loro volta tenuti da piccolo ma vorace puppet:

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parte sinistra del pezzo

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il puppet

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /251

Ricordate il murale al giorno numero 162 del 10 aprile dello scorso anno 2015? Eravamo andati in un piccolo parco appartato nel quartiere XXV di Roma, l’Appio Claudio, per la precisione in via Amantea, dove avevamo scovato un elegante murale realizzato da Mister Thoms. Andatevelo a rivedere!

Noi, ieri, complice la spettacolare giornata di anticipo di primavera, inforcato il velocipede, ci abbiamo fatto un salto, sicuri di trovare ciò che faceva al caso nostro, perché lo avevamo già intravisto dal finestrino del treno che rasenta questo parco.

Teniamo a dare qualche notizia su questo parco “sui generis” che poco si adatta ad una città caotica e disattenta quale è Roma: l’area verde è meravigliosamente tenuta e di sicuro non a spese della collettività, è rigorosamente recintata e nelle ore notturne viene chiusa; di giorno invece è frequentatissimo per tre motivi. Il primo è che la maggior parte del giardino, chiamata l’oasi di Fido, come lo dice il nome è dedicato esclusivamente ai cani; il secondo è che al suo interno in un elegante fabbricato ha sede il centro anziani di zona; il terzo che una parte del fabbricato è occupata da “Uscita 23” un Centro Civico Polivalente che, assaporato di persona, funziona egregiamente, qui puoi imparare a manipolare cavi elettrici  e tubi idraulici diventando un professionista del fai da te.

La parete che sostiene la recinzione di questo parco ci accoglie con un bell’esercizio calligrafico sostenuto da due personaggi della nostra infanzia, Stanlio e Ollio; l’opera porta la firma di una Crew famosissima, la Black Hand

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Entrati nel parco, ci siamo diretti rapidamente sulla terrazza nord del fabbricato, dove ha sede “Uscita 23” ed abbiamo trovato ciò che vedevamo di sfuggita da quel treno che in quel tratto normalmente sfreccia veloce, a 140 km/h

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l’opera

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nell’ambiente

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Toh, ma questo personaggio ci sembra tanto di conoscerlo. Ma è vero, è lo stesso che l’anno scorso avevamo fotografato davanti all’opera di Mister Thoms

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Attraverso i quartieri di Roma /1

Iniziamo oggi un viaggio attraverso i quartieri della più bella città del mondo, carica di fermenti artistici contemporanei, nonostante ci sia qualcuno (i romani) che ce la metta tutta per distruggere cultura e solidarietà, elementi propri di una civiltà carica di tremila anni di storia.

Ovviamente iniziamo dal primo: il quartiere Flaminio che prende il nome dalla via Flamina, strada consolare che si lancia verso il nord dalla porta del Popolo, incuneato tra la via stessa e l’ansa del Tevere che da ponte Milvio gira fino al ponte Giacomo Matteotti. Primo dei quindici quartieri istituiti nel 1921, nasce dapprima, intorno ai primi anni del ventesimo secolo, come zona ad alta concentrazione industriale; l’edilizia abitativa stenta a partire a causa dell’insalubrità dell’area che è soggetta a periodiche invasioni degli straripamenti del Tevere. Le prime abitazioni civili sorgono a ridosso della collina dei Parioli. L’edificazione di alcune importanti caserme e di grandi complessi di case popolari saturano successivamente tutta la zona.

Ecco ora alcune delle opere esposte sui muri del quartiere e scovate nel corso del corrente anno 2015:

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opera di JBRock

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l’ambiente: scalinata monumentale di scesa all’argine dal Tevere da lungotevere Arnaldo da Brescia

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piazza dei Carraci, cassette postali impreziosite da piccole opere di C215

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opera di Alice Pasquini, via Masaccio

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presenze umane

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opera di Mr. Thoms, via Pinturicchio

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opera di C215, via  Giovanni Paolo Pannini

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /218

Seconda ed ultima parte del nostro reportage fotografico da Ostia; ricordiamo che l’intervento artistico si è sviluppato sulle pareti esterne ed interne del mercato Appagliatore.

Oltre a queste due opere di splendidi esercizi calligrafici opera di gruppo di artisti locali:

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oltre a quelle presentate con il murale al giorno numero 217 ecco ora le opere realizzate da Diamond, Geometric Bang, Bol 23, collaborazione AtocheAlverez di Studio Sotterraneo, DesX e collaborazione Mr. Thoms – Guerrilla Spam:

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l’opera di Diamon

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particolare

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l’opera di Geometric Bang

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l’opera di Bol 23

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Lalla

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opera a due mani: Carlos Atoche e Luis Alberto Alvarez

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particolare d’angolo

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l’opera di DesX

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incontro ravvicinato

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l’opera di Mr. Thoms e Guerrilla Spam

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particolari dell’opera

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Mani

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PRESENZE

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elogio dell’acqua pubblica

Sulle sponde del Liri /1

Iniziamo oggi un lungo viaggio che ci porterà attraverso i meandri di una fabbrica abbandonata; si tratta di una cartiera che, per la sua notoria sete di acqua, è nata sulle sponde di un fiume; e a causa dell’umidità, una volta abbandonata, il suo destino è stato quello di essere letteralmente avvolta da una vegetazione spontanea rigogliosa che ha avuto il pregio, nonostante il sito fosse nato a ridosso del paese, di nasconderlo all’occhio dei distratti. Questo ha fatto sì che questa fabbrica non andasse distrutta ad opera di mano superba ma, al contrario, si facesse trasformare anzi plasmare, con tutto il fascino che ne deriva, dal lento scorrere del tempo. La presenza di questo mostro dormiente è tradita solo dai piani alti dell’edifico che svettano fra gli alberi con un sottofondo musicale scandito dallo scorrere del fiume Liri. E lì si vedono anche passare, con fare circospetto, pescatori improvvisati che provano a gettare l’amo fra le acque limacciose che scendono dalla valle Roveto.

Mentre nei bui sotterranei sono rimaste le vestigia dell’antico lavoro, cumuli di soda per sbiancare la carta,

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gli immensi ambienti sovrastanti offrono architetture e muri incantevoli nati, sembra apposta, per sostenere squisite opere di street art. E a quanto pare questo sito è molto amato dai nostri artisti che a cadenza regolare vi si recano per esporre le loro opere. Iniziamo quindi una lunga carrellata che ci farà conoscere (per chi non le avesse viste rapidamente, e non sempre degnamente –per quanto riguarda la qualità delle immagini- transitare per il web a documentazione di una gita domenicale fuori porta) opere di incantevole fattura! Buona visione!

Fa gli onori di casa lo street artist Mister Thoms che già da tempo ha realizzano nel sito due opere di pregevole fattura; la prima la scorgiamo da lontano, meravigliosamente incastonata fra le architetture del luogo:

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ed eccola vista da vicino:

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la seconda ci lascia letteralmente a bocca aperta!

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Dopo questa breve introduzione passiamo alla prima artista che l’ultimo giorno dello scorso mese di luglio si è totalmente immersa nell’atmosfera rarefatta di questa cartiera decadente per realizzarvi le sue opere. Si tratta di Rox Piridda, di lei abbiamo ampiamente parlato nell’articolo “Ritorno al luogo ai confini della realtà /5” del 20 agosto scorso

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la fase realizzativa della prima opera 

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l’opera finita

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il muro espositivo

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la seconda opera di Rox

 Ora pazientate un po’! Domani proseguiremo il nostro meraviglioso viaggio all’interno di questa cartiera senza tempo!

Ritorno al luogo ai confini della realtà /1

Il 31 agosto dello scorso anno 2014, salutando i frequentatori del progetto “FotografiaErrante” che se ne andavano in vacanza, presentammo il nostro primo approccio con un mondo a noi allora sconosciuto; in quell’occasione ci imbattemmo, per puro caso,  in un luogo misterioso, e ribadiamo, come dicemmo anche allora, un luogo fatto apposta per farci sentire un brivido lungo la schiena. Lo visitammo perché da un’immagine di un’opera di street art circolante sul Web pensammo, a ragione, di scorgere un luogo a noi familiare, che faceva parte del paesaggio della nostra adolescenza. Vi trovammo infatti l’opera ricercata (murale al giorno numero 31) e in occasione di successive visite (murale al giorno numero 70 del 11 ottobre 2014) ne trovammo altre; gli autori, Andy Green e Mister Tohms. Da allora abbiamo visto altri luoghi (da noi definiti misteriosi), tutti dismessi e lasciati in balia degli uomini e del tempo ma che avevano in comune una semplice cosa, essere diventate dei luoghi di esposizione dei murales da parte di artisti alla ricerca di concentrazione e tranquillità. Abbiamo quindi visitato vecchie fabbriche, vuoi chimiche, vuoi farmaceutiche, edifici statali un tempo adibiti alla cura ed educazione dei “trovatelli” o alle lunghe degenze degli anziani, poveri ovviamente. Siamo andati in immense cartiere edificate vicino ai corsi d’acqua e rapidamente conquistate dalla vegetazione spontanea o edifici di discreta grandezza, dove si producevano saponi o si conciavano le pelli, ubicati anche nei centri cittadini e divenuti bivacchi per poveri diseredati. Siamo entrati infine in centri direzionali, una volta brulicanti di “Yuppies”, giovani professionisti rampanti della finanza e dell’industria, ed oggi miseramente finiti nelle spire del serpente della crisi che ci attanaglia da ormai un decennio. Un viaggio attraverso questo mondo affascinante puù essere compiuto standosene comodamente a casa, scorrendo gli articoli del progetto “FotografiaErrante”.

Di recente siamo tornati nel primo luogo misterioso da noi  visitato; ci siamo tornati perché un gruppo di street artist vi si è dato convegno per esporre le loro opere, frutto esclusivo del loro pensiero, scevre da ogni condizionamento esterno; noi, fortunati viaggiatori erranti, ci siamo intromessi ed abbiamo avuto la fortuna di vederli operare, di colloquiare con loro, insomma di arricchire il nostro bagaglio culturale.

Iniziamo quindi oggi un viaggio che ci condurrà, nel corso di varie puntate, attraverso saloni immensi, scale buie, stanze nascoste di quel luogo abbandonato da quasi trent’anni (si tratta di una azienda di produzione alimentare entrata in attività nel 1965 e chiusa 14 febbraio 1987) che il solo pensiero di visitarlo ti fa accapponare la pelle: sembra di essere precipitati in un episodio de “Ai confini della realtà”, classica serie di telefilm americani degli anni 50 del secolo scorso che narrava gli effetti di visite di extraterrestri, ovviamente molto cattivi, o di conseguenze di ipotetiche guerre nucleari.

Focalizziamo quindi, questa sera, la nostra attenzione su un duo artistico inedito che ha realizzato un’opera dissacratoria di uno dei simboli sacri del ventesimo secolo; sono Pino Volpino (Morandi a Colori, articolo del 19 settembre 2014) e Marzia MNT (murale al giorno numero 61 del 30 settembre 2014 e numero 22 del 22 luglio 2014). Nei prossimi appuntamenti presenteremo le opere di MK, Carlo Gori, Mauro Sgarbi, Rox Piridda, Marcy e Chew-z. Buona visione

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l’attacco al muro da parte di Marzia e Pino

Ed ora alcuni scatti realizzati nel corso della realizzazione dell’opera:

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l’opera di Marzia MNT e Pino Volpino

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /167

Oggi, di passaggio all'”Altra Economia” dove la buona stagione ha portato una marea di gente, abbiamo sbirciato alla porta del “CSOA Villaggio Globale”.

Il Villaggio Globale, occupato nel lontano 18 aprile 1990, è nato come centro interculturale all’interno dell’ex-mattatoio di Testaccio. Da sempre il Villaggio Globale ha portato avanti battaglie di interesse sociale, con particolare attenzione verso i temi legati all’immigrazione. Diverse fasi hanno attraversato la sua storia, segnata soprattutto da iniziative musicali e culturali che negli anni hanno visto ruotare attorno alle sue mura migliaia di persone.

Da sempre graffiti e murales hanno decorato il Villaggio Globale, negli ultimi tempi si è voluto dare più attenzione a questo aspetto mediante interventi ragionati e selezionati, al fine di dare spazio a chi nella sua opera sappia dare un messaggio piuttosto che una propria e individuale espressione.

E quelle che presentiamo questa sera sono le ultime opere realizzate all’interno di questo centro di aggregazione sociale e sono state realizzate, nell’ordine da Zed 1, Mister Thoms, Claudia Guiducci e La 180 Crew:

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l’opera di Marco Zedone, in arte Zed 1

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l’opera di Mister Thoms

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l’opera di Claudia Guiducci

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La 180 Crew

Ah, dimenticavamo: fuori dalla porta di ingresso del Villaggio Globale, dal lato del Lungotevere Testaccio, ha fatto mostra di sé, se pur per brevissimo tempo, un poster di pregevole fattura, messo in risalto da una luminosa cornice di smalto rosso sangue, che porta la firma “A. Grossi” e che, a nostro parere, merita di essere visto.

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