Francesco Campese

Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia /9

Questa sera torniamo ad interessarci al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia. L’ultima visita l’abbiamo effettuata molto tempo fa: era il 21 dicembre dello scorso anno, presentammo “Mondo n’uovo“, la splendida opera di Leo Moroh. Da allora di acqua ne è passata tanta sotto i ponti di Metropoliz ed ora dobbiamo correre rapidamente ai ripari e rendere giustizia a questo splendido museo di arte contemporanea che ormai non ha pari al mondo. All’interno di esso pullula la vita, si incontrano ed interagiscono ogni momento della giornata culture e gruppi umani provenienti da ogni angolo del mondo; la sua unicità sta proprio nel fatto che questo museo è abitato. I bambini fortunati che lo vivono respirano quotidianamente un’aria frizzante che stimola ed appaga allo stesso tempo la loro curiosità. Ti può capitare di incontrare per esempio un bimbo che interrompe la sua partitella a pallone per mettersi vanitosamente in posa di fronte ad un murale per essere fotografato da un visitatore, oppure una bimba che estrae dalla sua borsetta un piccolo quadretto e ti chiede un giudizio critico. Ecco, questo sono Metropoliz ed il suo annesso museo. E quelle che vi presentiamo stasera sono due opere realizzate sulla piazza principale del sito, Piazza Perù, da due componenti del collettivo “Studio Sotterraneo”, al tempo stesso atelier d’artisti e sala espositiva, che si trova al Pigneto, in via Capitan Ottobono 5. Gli Artisti sono due nostre vecchie conoscenze, Carlos Atoche e Francesco Campese: neo rinascimentale il primo, il secondo ideatore di un suo particolare linguaggio d’arte urbana che dà luogo a misteriose strutture architettoniche che abbandonano la realtà e scompone le loro forme.

Questa è l’opera di Atoche che ha la particolarità di cambiare aspetto se la si vede di lato:

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visione frontale

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vista di lato

Ed ora l’opera di Campese:

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l’ambiente

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /138

Terzo appuntamento con il muro di via Raimondi al Pigneto, terzo artista presente alla performance di Studio Sotterraneo è Francesco Campese, di Avellino, non ancora trentenne; sin da piccolo scopre la passione per il disegno e la pittura con un interesse particolare per la prospettiva. Frequenta l’istituto d’arte, all’età di 19 anni si trasferisce a Roma per frequentare il corso di pittura tenuto da Giuseppe Modica, presso l’Accademia di Belle Arti. Durante gli studi i suoi interessi si focalizzano sullo studio del figurativo indagando la realtà che lo circonda con un occhio attento verso l’aspetto fisico della luce.

Ecco qui di seguito la sua opera che per esigenze tecniche vi presentiamo in tre parti, cominciando da sinistra verso destra:

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ed ecco uno scatto dell’artista all’opera:

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Atac e dintorni /2

Come anticipato nell’articolo di ieri, oggi 10 dicembre parliamo dell’evento che ha suscitato vasto clamore nell’ambiente della Street art Romana. Antefatto:  ambito università Luiss “Guido Carli” si svolge un Master of Art per “Curatori” di eventi. A fine corso viene attuato un progetto (TRACKS) degli studenti di questo Master che coinvolge l’Azienda per la mobilità romana, l’ATAC ed il Museo di Arte Contemporanea del comune di Roma, il MACRO.

Il collettivo curatoriale, composto da una ventina di studenti a stragrande maggioranza femminile chiama a raccolta un folto stuolo di Street Artist romani e non, e li suddivide in tre gruppi:

al primo, formato dai ragazzi facenti riferimento al Laboratorio Artistico “Studio Sotterraneo” spazio alternativo condiviso in via Capitan Ottobono al Pigneto, vengono assegnate, per essere dipinte, cinque pensiline di altrettante fermate della linea tramviaria 19, quella che va da Piazza dei Gerani, quartiere Prenestino-Centocelle, a Piazza Risorgimento, rione Prati, circumnavigando praticamente il centro storico della città eterna da est ad ovest, passando per i quartieri nord della città;

al secondo gruppo, formato da sei Street Artist, vengono assegnati tre tram, di quelli doppi e di epoca, quelli della serie 7000 per intenderci. Sono stati costruiti dalle Officine Meccanice della Stanga di Padova nel 1948-49 sulla base di un prototipo realizzato nel 1940 andato distrutto nel 1943 per eventi bellici. Ogni tram è stato consegnato a due Street Artist che ne dipingono un lato ciascuno;

agli 11 Street Artist che formano il terzo gruppo viene commissionato di realizzare per proprio conto le loro opere che saranno poi esposte al MACRO a partire dal 9 di Dicembre.

Premesso che le riviste specializzate si incaricheranno di mostrare le opere esposte nei deserti ed ammuffiti musei tradizionali che sanno di stantio, nostro compito sarà quello di mostrare agli intenditori ed amanti dell’arte Con”temporanea” le opere realizzate sulle pensiline delle fermate e sulle pareti dei tram. Precisiamo inoltre che tutte le forme pubblicitarie che sono prossime alle opere realizzate, sono state volutamente oscurate.

Iniziamo questa sera documentando il lavoro realizzato nottetempo dai ragazzi di “Studio Sotterraneo”:

Fermata 72178, viale delle Milizie “piazza Cinque Giornate” direzione Risorgimento, artista Francesco Campese

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la pensilina

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mani sapienti operano

Fermata 71247, viale delle Belle Arti ,”Belle Arti” direzione Gerani, artista Luis Alberto Alvarez

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la pensilina

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significativo particolare dell’opera

Fermata 76812, viale delle Belle Arti “museo etrusco Villa Giulia” direzione Gerani, artista Carlos Atoche

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la pensilina

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l’artista concentrato sull’opera

Fermata 72090, Piazza Galeno “Regina Margherita – Galeno” direzione Risorgimento, artisti Luis Cutrone e Antonio Russo

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la pensilina

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mano operosa compone il tocco finale 

Fermata 71313, via dei Castani “Castani – Gelsi” direzione Gerani, artista Roberto Farinacci

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la pensilina

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particolare dell’opera

………………. e domani, non mancate all’appuntamento; vi mostreremo come Solo, Diamond, Millo, Sbagliato, NemO’s e V3rbo hanno trasformato i tram messi a loro disposizione in opere d’arte!