Gore

Edificio Fleming /3

Tre artisti giovanissimi, tutti provenienti dalle scuole d’arte romane, liceo artistico e accadamia, hanno affrontato i muri di questo grande edificio che fu una volta un’industria farmaceutica all’avanguardia. Si tratta di tre grandi amici: ICS (X), Gore e Jerico; queste le opere da loro esposte:

3.1

l’opera di X

3.2

nell’ambiente

3.3

l’opera di Gore

3.4

a protezione della ragazza dipinta da Gomez

3.6

l’opera di Jerico

3.7     3.8

l’ambiente espositivo

3.9     3.10

nel ripostiglio

3.5

sogno!

 

Sulle sponde del Liri /8

Ottava puntata del reportage dalla Cartiera abbandonata; ricordiamo che siamo nel basso Lazio, sulle sponde del fiume Liri, proprio sul quello che una volta fu il confine fra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. Questa sera è la volta di presentare l’opera realizzata da Gore; Di lui abbiamo già parlato in occasione della visita ad un centro direzionale dismesso della provincia industriale romana (murale al giorno 139 del 31 maggio scorso).

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l’opera

Ed ora alcune immagini della fase realizzativa del suo murale:

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E per finire ecco come si presenta l’opera inserita nell’ambiente:

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /194

Ieri 30 maggio ci siamo permessi una piccola escursione in visita in uno di quei luoghi misteriosi dove, ormai con una certa regolarità, gli street artist amano ritirarsi per dare libero sfogo alla loro vis creativa. E’ in questi luoghi che, a nostro parere, trovano la luce buonissimi murales che gli autori realizzano solo perché li “sentono”; quasi nessuno, se non pochi eletti, li ammirerà, nessuno preventivamente ne ha approvato il bozzetto, bozzetto che mai c’è stato. Con una carrellata a ritroso nel tempo ricordiamo di aver visitato “il befetrofio” del parco della Marcigliana (articolo del 16 maggio scorso), l’atelier di Groove (murale al giorno 169, 151, 150, 149 e 143), il buen retiro di Mr. Thoms e Andy Green (murale al giorno 70 e 31), il luogo “da paura” caro a Jerico e Mr. Klevra (murale al giorno 175). Si tratta di luoghi che, una volta, pullulavano di vita, istituti di assistenza per i bisognosi ma principalmente fabbriche dismesse, residui di archeologia industriale, che a malapena riescono a reggersi in piedi, tetti sfondati, infissi totalmente mancati, ammassi di calcinacci qua e là per i locali, dove bisogna muoversi con attenzione per non rischiare di precipitare in un buco del pavimento o da una scala da dove sapientemente sono state asportate le ringhiere in ferro.

Il luogo visitato ieri si trova nella provincia industriale romana, è un edificio di fattura strana, un po’ orientaleggiante, forse però è solo una nostra impressione dovuta alla presenza di una striminzita palma.  La regolarità della distribuzione dei locali (meglio dire di quel che ne resta), la presenza cumuli di elementi da pavimento in legno laminato e enormi ammassi di moquette, di tramezzature prefabbricate anch’esse un legno laminato e plastica, fanno pensare che l’edificio ospitasse, una volta, un centro direzionale che ha seguito il destino delle fabbriche limitrofe che sono state inesorabilmente chiuse, gli operaio licenziati e le attività delocalizzate magari un qualche paese del lontano oriente o dell’est Europa.

Gli artisti che vi hanno lasciato il segno sono Jerico e Samuele Gore; vi sono presenti altre opere di cui una firmata ci sentiamo di attribuire, salvo smentite, a Lo Giudice.

Jerico è una nostra vecchia conoscenza (murale al giorno 97 e 147). Samuele Gore è è un giovane artista che predilige la tela ad olio e solo occasionalmente sperimenta il muro….. , dobbiamo dire, in maniera eccellente. Buona visita al sito!

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due piccoli elementi di Jerico

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“il dialogo” di Jerico

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altra opera di Jerico

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l’opera di Samuele Gore

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Lo Giudice (?)

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anonimo

Ed ora facciamo una piccola carrellata all’interno dell’edificio per inserire le opere nell’ambiente:

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E, per finire, questo è l’edificio che ospita le opere presentate:

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