Diamond

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /260

Oggi, Pasquetta piovosa, abbiamo fatto un salto in un piccolo parchetto defilato del quartiere Giuliano Dalmata, il 31° di questa immensa città. Da qualche tempo si stanno facendo una serie di interventi pittorici sui muri che delimitano e proteggono questo parco. Ne abbiamo scelti alcuni, quelli che ci hanno colpito di più, e ve li presentiamo.

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grande pezzo solare

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due particolari

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“Diamante Pazzo” all’opera

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opera n. 1 di Carlos Atoche

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nell’ambiente

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opera n. 2 di Carlos Atoche

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nell’ambiente

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /248

Avevamo messo in serbo l’articolo per oggi ultimo giorno del mese di febbraio, perché per noi ha sempre rappresentato l’ultimo giorno di inverno, non tanto per il freddo che normalmente arriva proprio allora, ma quanto per il fatto che il giorno successivo è marzo, e marzo si sa, è la primavera; poi le giornate si sono ormai allungate quel tanto che è lecito pensare che la strada sia tutta in discesa. Quindi quale occasione migliore per presentare una esplosione di colori artistici emersi dalla grande manifestazione (The Jam2) tenutasi il 3 ottobre scorso per commemorare Crash Kid.

Crash Kid, al secolo Massimo Colonna, è stato il pioniere della breakdance italiana ed uno dei figli più generosi della scena Hip Hop; cominciò la sua attività giovanissimo, a solo 12 anni era membro della Special Breaking Crew. Morì giovanissimo all’età di 26 anni.

I suoi amici di allora e quelli più giovani, che non lo hanno conosciuto ma che idealmente a lui sono vicini, si sono ritrovati nel passaggio laterale del ponte ferroviario della stazione di Roma Trastevere che sovrappassa le vie Portuense e Ettore Rolli (nessuno sa quale sia l’una e quale l’altra) ed hanno realizzato, proprio per ricordare Massimo, delle meravigliose opere di street art. Eccovene qualcuna:

n.b. volutamente non citiamo la paternità delle opere perché il 3 ottobre il quel piccolo sottopassaggio c’erano tutti, anche quelli che non erano potuti intervenire.

 

Parte prima: le opere

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Parte seconda: il custode del muro espositivo

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Parte terza: presenze

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Addio al Rising Love

Da molto volevamo presentare le opere abbandonate ad un triste destino nell’abbandonato sito che ha ospitato il Rising Love, luogo alternativo in via delle Conce 14, nel quartiere istituzionale Ostiense, a pochi passi dalle mura Aureliane che racchiudono come uno scrigno il Rione Testaccio.

Il locale nato come circolo Arci per offrire uno spazio dove i giovani  potessero esprimere la propria creatività musicale ed artistica, ha portato sulla scena romana artisti di grande rilievo che si sono espressi in oltre 350 concerti. La chiusura è avventa il 28 marzo di quest’anno ed è stata preceduta da due indimenticabili concerti (il 27 ed il 28).

Quel locale, dove dominava il colore rosso, pieno di divani rossi, ospitava per l’appunto anche una serie di opere di street art; noi vi ci siamo introdotti, ovviamente furtivamente, mentre erano un corso le operazioni di abbandono e smantellamento del sito e siamo riusciti ad immortalare, per l’ultima volta, quei murales e vi assicuriamo, siamo riusciti a fare l’impossibile, muovendoci fra calcinacci ed arredi semidistrutti, nell’oscurità, in alcuni punti pressoché totale, agevolati da una fatiscente lampada allo iodio. Il tutto è avvenuto con il benevolo assenso del personale incaricato dello smantellamento che ha agevolato la nostra intrusione.

l’opera di Diamond

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l’opera di Solo

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le opere di Mr. Klevra

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l’opera di Aloha Oe

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le opere di Omino 71

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l’opera di Sten

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l’opera a sei mani di 5074, James BoyStelleconfuse

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opera collettiva di NFA-MK, Korvo e Biodpi

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altra opera presente nella sala concerti

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opere nascoste nel retropalco

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /218

Seconda ed ultima parte del nostro reportage fotografico da Ostia; ricordiamo che l’intervento artistico si è sviluppato sulle pareti esterne ed interne del mercato Appagliatore.

Oltre a queste due opere di splendidi esercizi calligrafici opera di gruppo di artisti locali:

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oltre a quelle presentate con il murale al giorno numero 217 ecco ora le opere realizzate da Diamond, Geometric Bang, Bol 23, collaborazione AtocheAlverez di Studio Sotterraneo, DesX e collaborazione Mr. Thoms – Guerrilla Spam:

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l’opera di Diamon

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particolare

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l’opera di Geometric Bang

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l’opera di Bol 23

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Lalla

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opera a due mani: Carlos Atoche e Luis Alberto Alvarez

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particolare d’angolo

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l’opera di DesX

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incontro ravvicinato

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l’opera di Mr. Thoms e Guerrilla Spam

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particolari dell’opera

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Mani

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PRESENZE

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elogio dell’acqua pubblica

Escursione a Selci

Alcuni giorni fa ci siamo concessi una gita fuori porta. Ci era giunta voce che un gruppo di street artist era stata convocata a Selci, ridente borgo della Sabina, in provincia di Rieti, per dare una nota di colore ai quei pochi muri grigi che davvero stonavano con l’ambiente bucolico che li circondava. Ed ecco ciò che fino ad ora è stato realizzato perché un uccellino ci ha detto che la cosa non finisce qui ma avrà sicuramente un seguito:

Fio Silva, ventitreenne di Hurlingham, in Argentina, ha cominciato a lavorare come street artist quattro anni fa, per reagire alla morte del suo fidanzato. È stata la street art che l’ha aiutata a superare il dolore del lutto. “Oggi è la cosa che mi piace fare di più, e quello che sento davvero il bisogno di fare, tra tante altre cose”, ha detto Fio. Questa è l’opera la lei realizzata sui muri della scuola di Selci:

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la parete sud

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particolare

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la parete ovest

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Lo stile di Fio è una sgargiante rappresentazione della natura – animali insieme a foglie, alberi e rami – unita a energia e movimento. “Adoro dipingere cose in movimento”, dice Fio. “Credo che tutti abbiano bisogno di muoversi, qualcosa finisce e qualcosa inizia, sempre. Le cose che stanno ferme sono noiose e non ti permettono di migliorare. La vita è un viaggio eterno, una ricerca perenne, e io cerco di rappresentarla negli animali.”

C’è stato poi un lavoro collettivo su un’anonima cabina dell’alta tensione a cui hanno preso parte Emmeu, Solo, Diamond e Marcy; eccola:

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e qui di seguito le singole opere:

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Solo                   –                            Diamond

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EmmeU                   –                            Marcy

 

C’è poi un piccolo anfiteatro incastonato fra le case del borgo; sembra il luogo ove, in altri tempi, sarebbero convenuti gli anziani del paese per prendere magari chissà quale decisione importante per la collettività ovvero i bambini festanti che “gridando sulla piazzuola in frotta, e qua e là saltando, fanno un lieto rumore:” Anche quello è stato magistralmente affrescato da Fio Silva:

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il pavimento dell’anfiteatro

In un luogo, per noi un po’ fuori mano, l’artista Diego Ritmo ha realizzato una lunga murata; per problemi tecnici ve ne mostriamo solo uno scorcio prospettico, riservandoci, a breve di mostrarvi l’opera completa in tutta la sua bellezza.

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l’opera di Diego Ritmo

Ecco tre particolari dell’opera:

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Ultimo artista è una nostra vecchia conoscenza; si tratta di Luis Gomez de Teran, l’uomo che dipinge tutti i colori del mondo, oltre che col bianco e col nero, con la scala tonale dei grigi; anche se a volte esprime colori che sembrano essere comunque compressi all’interno di un mondo in cui predomina il nero.   Predilige dipingere volti dando loro una espressività intensa che trasmette un velo di tristezza. Ecco l’opera da lui affrescata sul muro di una casa di Selci:

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l’opera di Gomez

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particolare

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l’ambiente

Ideato dall’Associazione culturale Kill The Pig, il progetto Pubblica, che ha permesso la realizzazione di questi murales, sarà documentato tramite foto e video. A conclusione del progetto di residenza sarà inoltre realizzata e distribuita una mappa di Selci, per orientarsi tra i luoghi degli interventi diffusi nella cittadina.

 

Reportage da Ventotene /3

Augusto fu imitato dai suoi successori; nel corso dei decenni successivi furono  confinate a Ventotene anche Agrippina, Giulia Livilla, Claudia Ottavia e Flavia Domitilla. Agrippina Maggiore, esiliata da Tiberio nel 29 fu lasciata morire di inedia (33 d.c.); Giulia Livilla, sorella di Caligola, fu esiliata a Ventotene due volte, la prima dal fratello imperatore, la seconda per volere di Messalina. Solo dopo la morte le sue spoglie vennero portate a Roma. Claudia vi venne esiliata da Nerone, suo marito, che ve la relegò con l’accusa di infertilità, ma in verità per punirla dei suoi adulteri.

L’opera che vi presentiamo oggi 25 giugno,  realizzata anch’essa sul grande muraglione che contiene e protegge il porto nuovo di Ventotene, è dello street artist Diamond; il murale che porta i colori del mare che lo circonda, presenta una Sirena in atteggiamento provocantemente sensuale. L’eleganza del tutto è fuori discussione!

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /199

Oggi 7 giugno, presso Eutropia alla Città dell’altra Economia, siamo nel Rione Testaccio della città di Roma, alle ore 18,00 è stato ufficialmente aperto il Pride Park nell’ambito del Roma Pride.

Il Pride Park, che si svolgerà nei giorni che precedono l’oceanica parata del 13 giugno nel cuore di Roma, è insieme un luogo e un’occasione d’incontro fra le persone LGBTQI e la città.

Dalle 18:00 di oggi  fino a mezzanotte, il calendario del Pride Park vede intervallarsi dibattiti sulle questioni LGBTQI, con relatori e ospiti del mondo istituzionale, sociale e culturale, esibizioni musicali e spettacoli teatrali e di intrattenimento, tra stand delle associazioni, punti ristoro e area fitness. Gli eventi si svolgeranno nel palco centrale e sulle terrazze laterali, allestiti sul piazzale della Città dell’Altra Economia e in una sala dibattiti interna accessibile dal piazzale.

Per tutta la sua durata il Pride Park ospiterà la mostra “Una Rivoluzione Annunciata” con opere di Luciano Parisi, Massimo Crisafulli, Monica Vecchio, la Street Art Exposition di Diamon, Solo, Moby Dick e le memorie fotografiche dei Camping Gay degli anni ’80. (fonte: sito internet http://www.romapride.it/2015/)

Nel corso della nosta visita al sito, abbiamo accertato e documentiamo la presenza di un murale realizzato a più mani, dagli street artist, Diamon, Moby Dick (alias Marco Tarascio) e Solo. Un plauso a questi tre ragazzi, oltre che per il loro lavoro artistico,  per l’aver scelto di schierarsi dalla parte di chi lotta contro la discriminazione sociale dei benpensanti.  Eccovi l’opera realizzata al Pride Park!

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l’opera

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settore sinistro Diamond

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settore centrale Moby Dick (Marco Tarascio)

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settore destro Solo

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un po’ d’ambiente

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /174

Il murale di oggi 1 maggio lo dedichiamo ad uno street artist che purtroppo un destino avverso ci ha portato via; stiamo parlando di Greco, che insieme a JBRock e a Diamond, diede vita ad una delle più affermate Crew romane, la TTS. Da notare che l’opera di Greco è stata, nel corso dell’inverno, posta sotto osservazione dal vecchio amico JBRock con l’esposizione di suoi due poster; quei faccioni bonari ed allo stesso tempo minacciosi sono diventati i custodi di dell’opera, quasi da renderla immortale, se non rispetto al tempo, almeno rispetto agli uomini. Siamo in via Taranto angolo via Pozzuoli, palazzo delle Poste. Quartiere istituzionale, l’VIII, Tuscolano. Buona visione.

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l’opera

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due particolari

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /166

Murale al giorno numero 166, ovvero c’era una volta la -1 Art Gallery alla casa delle Architetture, in piazza Manfredo Fanti, Rione Esquilino, a due passi dalla stazione Termini. Come c’era una volta la “Stanza Cinese” di Diamond, una esplosione di rosso ed oro, con qualche lampo di nero incastonati nelle pareti bianche di un locale interrato di quell’imponente edificio che fu l’Acquario Romano costruito intorno allo scadere del diciannovesimo secolo con l’intento di dotare la nascente moderna città di Roma di un edifico che fosse allo stesso tempo una struttura scientifica ed un vero e proprio stabilimento di piscicoltura; ossia si cercò di conciliare il processo economico-produttivo a quello di promozione dell’educazione e della ricreazione dei Romani. L’acquario naufragò presto, e dopo un lungo periodo di abbandono ha trovato nuovo splendore divenendo la sede dell’Ordine degli Architetti Romani.

Dell’immenso murale che inizialmente Diamond aveva esteso per tutte le superfici di quella stanza dalla volta a botte (ridotta ahimè ad una sorta di magazzino), non resta che una parete nella quale è incastonata la porta di entrata; il resto è stato ricoperto con una generosa passata di bianco che però lascia trasparire qua e là i volti che popolavano il dipinto.

Ecco a voi ciò che resta:

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la parete superstite che descrive una Cina classica popolata da demoni e dragoni

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i volti, ormai evanescenti, di moderne modelle cinesi