Red Lab

Red Lab, gioiello d’arte

Questa sera del 9 giugno siamo ritornati al Red Lab, vi mancavamo dal 13 febbraio, quando documentammo la realizzazione del proprio murale da parte della street artist Claudia Romagnoli. Ricordate quello scrigno che custodisce delle sublimi opere d’arte, tutte sulle righe, realizzate in poco tempo da parte di street artist del calibro di Aladin, Gojo, Bol 23, Poki, Daniele Bernardini, Beetroot, Leo Moroh, Cancelleto, Alt 97, Kij, Giulia Alvear Calderon, Tilf. Oggi, nel corso della presentazione del nostro libro su “La street art romana attraverso i centri di aggregazione sociale“, siamo finalmente riusciti a documentare anche la realizzazione di un nuovo murale che si è andato ad incastonare meravigliosamente fra le opere preesistenti. L’autore è Darek Blatta e queste sono due visioni prospettiche dell’opera:

200b

200a

Ed ora di seguito tre particolari che rendono perfettamente la grazia del segno dell’artista:

200c

DSC_0335     DSC_0334

 

Ed ancora alcuni scatti all’arista intento a realizzare la sua opera:

DSC_0318     DSC_0317

DSC_0319

Red Lab, che spettacolo!

Solo ieri abbiamo lasciato il Red Lab con una nuova opera, la Medusa di Beetroot, che già oggi, in quello che è diventato, con i fatti e a pieno diritto, un vero e proprio museo di Arte Contemporanea, è stata realizzata una ulteriore opera e noi siamo qui puntualmente a documentarla. E’ la volta di presentare una street artist che ama andarsene in giro per il mondo, spesso in bicicletta, ma sempre portando con se un piccolo taccuino, un album su cui fissare volti e momenti. Raramente si impegna per realizzare murales, ma quando lo fa, lascia il segno. Conosciamo due opere di questa ragazza, lei si chiama Claudia Romagnoli, in arte Croma; la prima l’abbiamo scovata sempre lì ai confini del Red Lab, sul piano di accesso alla realtà abitativa che lo sovrasta, un immenso e truce uomo aggrappato al potere e alla ricchezza che viene assaltato dal popolo; la seconda sul muro della ciclofficina popolare Luigi Masetti un luogo in cui chiunque può riparare la propria bicicletta o costruire nuove bici. La tecnica è la stessa, Claudia usa il muro come il taccuino, vi realizza le sue opere usando il pennello come fosse una matita, traccia linee sicure ed armoniose che danno tridimensionalità all’opera.

Nel murale realizzato al Red Lab che è andato ad incastonarsi fra la Gioconda di Daniele Bernardini e il pilastro dipinto da Bol 23 con la collaborazione della graziosa Eukary ota, Claudia ci presenta l’immagine di una Partigiana su di uno sfondo di sinuose canne di bambù.

_MG_5218_stitch

l’opera

 _MG_5198   _MG_5204

due particolari

Red Lab, nuovo Rinascimento

Questo centro di aggregazione sociale non finirà mai di sorprenderci, e domani ne avremo la conferma. Qualche giorno fa è entrata prepotentemente un’opera datata 1597, originariamente dipinta (in doppia copia) olio su tela e montata, tutte e due le volte, su di uno scudo convesso in legno di fico.

Al Red Lab è diventata murale, opera dello street artist Beetroot; personalissima la sua tecnica realizzativa delle opere ma ancor più personalissimo il suo stile pittorico che lo affianca ai più accreditati e conosciuti artisti contemporanei emergenti. Prepara il muro con vari strati di stucco, vi stende poi una lunga serie di colori cominciando dai più chiari per finire con quelli scuri. A questo punto, munito di trapano ed una miriade di punte di tutti i tipi e formati, scava letteralmente sul fondo da lui precedentemente preparato finché non porta alla luce lo strato di colore che gli occorre per far emergere, come per incanto, i personaggi, da lui in questo modo rivisitati, dell’arte rinascimentale. Ecco quindi la sua interpretazione dell’opera di Michelangelo Merisi, più conosciuto col nome di Caravaggio.

_MG_5034

l’opera

zoomata sul punto di fuga:

_MG_5033     _MG_5032

_MG_5031

ed infine l’inserimento nell’ambiente:

_MG_5039-Modifica

Medusa sorvegliata dalle opere di Bol 23, Giulia Alvear Calderon, Leo Moroh e Poki 

Leo Moroh al Red Lab

Entriamo per la decima volta, e vi assicuro che non sarà l’ultima, al Red Lab; ricordate? E’ quel centro di aggregazione sociale che opera al Quarticciolo, zona carica di storia del quartiere Alessandrino, nel quadrante est della città di Roma. Nel corso delle nostre precedenti visite abbiamo visto questo luogo riempirsi di opere di street art, tra le più eleganti, luminose e pulite del panorama artistico contemporaneo di Roma. Mi dilungo ad elencare gli artisti che hanno lasciato il segno al Red Lab come riconoscimento della bontà delle loro opere, citandoli per la temporalità nella realizzazione delle stesse, iniziando da Aladin con il suo immenso muro per augurare alle donne di Kobane una vittoria contro l’oscurantismo, passando per Bol 23, Eukary ota, Cancelletto, Alt97, Tilf, Daniele Bernardini, Giulia Alvear Calderon, Poki, Kij, Gojo.

Questa volta ci siamo andati per seguire il lavoro di un grande maestro che risponde al nome di Leo Moroh; di lui abbiamo presentato l’opera realizzata al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz (murale al giorno numero 113 del 21 dicembre 2014) e quella realizzata al Lucernario occupato (murale al giorno numero 22 del 22 luglio 2014), quest’ultimo purtroppo sgomberato dalla forza pubblica su disposizione del becero rettore dell’Università La Sapienza. Leo, di Civitanova Marche, è un ragazzo che ha battuto tutti i record artistici (corre voce che abbia imparato a disegnare ancor prima di parlare) vincendo fin da bambino innumerevoli concorsi; in questi ultimi tempi ha lavorato ad un progetto di recupero estetico di una delle zone più grigie di Milano, via di Porta Ticinese che lui ama chiamare Via dell’Ironia.

Di Leo, così giovane che anche noi non smettiamo di meravigliarci per il suo grande bagaglio culturale ed artistico e per la sua raffinata ironia, possiamo dire che il suo stile è in continua evoluzione, si richiama ai classici ma allo stesso tempo reagisce a questa sua tendenza attraverso una continua vena sperimentale.

Al Red Lab, Leo ha aggredito e domato parte del soffitto realizzando un opera da lui intitolata “Assunzione dal margine” che ci porta col pensiero alla pittura del cinquecento rivisitata in chiave postmoderna.

Nella sequenza fotografica che vi andiamo a mostrare abbiamo individuato tre momenti: il primo quello dell’impatto visivo; vi mostreremo alcune immagini panoramiche dell’opera in divenire (ricordiamo che è su di un soffitto a volta) vista sui lati. Nel secondo momento ci dedicheremo ad alcuni particolari significativi; con la terza fase, invece, ci soffermeremo proprio sull’artista nel senso che coglieremo i momenti più intimi del rapporto fra lui e l’affresco come quando sembra che, con il suo far roteare il pennello, egli voglia ambire ad entrate fisicamente nel corpo del personaggio.

Fase 1a: abbozzo della parti

_MG_4450_stitch-Modifica

_MG_4545

_MG_4529_stitch-Modifica

Fase 1b: L’opera terminata

_MG_4585_stitch-Modifica

_MG_4587_stitch-Modifica

Fase 2: i particolari

_MG_4547     _MG_4559

_MG_4550     _MG_4551     _MG_4594

_MG_4553     _MG_4592

Fase 3: Rapporto artista-opera

_MG_4464

_MG_4465     _MG_4466

 _MG_4560     _MG_4568

_MG_4575

Red Lab, scena IX

Il giorno della Befana ci siamo recati nuovamente al Red Lab; due artisti, Aladin e Gojo, stavano realizzando altri due murales in quello che, senza ombra di dubbio, è diventato uno dei santuari della street art romana. Il primo Aladin che già ha firmato in questa realtà un’opera magistrale (vedasi gli articoli dei giorni 1, 3 e 7 novembre 2014), dipinge sul muro esterno del Red Lab, sulla facciata che si mostra su piazza del Quarticciolo,  una fresca scena di candido amore ribelle tra due giovani nei quali si possono facilmente identificare tutti coloro che sono animati di spirito rivoluzionario e di voglia di giustizia sociale.

Seguiamo Aladin nel suo breve ma intenso lavoro pittorico, dalla prima pennellata all’atto finale del completamento dell’opera…….

_MG_3915     _MG_3923

con la sicurezza che gli è propria Aladin traccia, senza alcun riferimento ambientale, ampie pennellate che danno forma ai due ragazzi incappucciati….

_MG_3932     _MG_3936

con l’aumentare della massa nera, sapientemente distribuita, le teste dei due ragazzi assumono tridimensionalità…….

 _MG_3952    _MG_3956

è la volta dei corpi teneramente legati in un delicato abbraccio…………….

  _MG_3959

e all’imbrunire, sotto l’invadenza di un giallo lampione stradale, appare l’opera “amore ribelle” donata dall’artista al Red Lab!

La seconda opera è quella dipinta dallo street artist Gojo (di lui abbiamo trattato approfonditamente nell’articolo “Hic sunt leones” del 6 novenbre 2014); per lui era stato riservato un posto di prima fila all’interno della struttura; si sarebbe cimentato nella realizzazione di un’immagine allegorica dedicata al personaggio più famoso del “Quarticciolo” e,  secondo il nostro parere, uno dei più grandi personaggi della Resistenza Romana contro il Nazifascismo, talmente grande da far paura anche a coloro che hanno governato dopo il fascismo al punto da falsificare  la storia cercando di farlo passare per un piccolo malfattore dedito al furto ed altri reati. Avrete sicuramente capito a chi ci riferiamo, al “Gobbo del Quarticciolo”, al secolo Giuseppe Albano, emigrante dalla Calabria, che, operando autonomamente con la sua piccola formazione  partigiana diede del filo da torcere ai tedeschi ed ai collaborazionisti fascisti; famose le sue azioni di lotta a Porta S.Paolo e all’Esquilino, gli assalti ai convogli ferroviari nei giorni immediatamente successivi all’8 settembre 1943; da non dimenticare poi che guidò numerosi assalti ai forni  per distribuire pane e farina alla popolazione che letteralmente moriva di fame. Divenne così pericoloso che, piochè era facilmente riconoscibile a causa della sua menomazione, una scifosi contratta a seguito di una brutta caduta da bambino, il comando tedesco ad un certo punto ordinò l’arresto di tutti i gobbi di Roma. L’azione più famosa fu però quella compiuto a pasquetta del ’44 quando uccise, con l’aiuto della sua banda, tre soldati nazisti in un’osteria del Quadraro; azione che diede l’alibi ai nazifascisti per compiere il famoso rastrellamento del Quadraro nel corso del quale  furono catturati 947 cittadini che furono successivamente condotti nei campi di concentramento. A guerra terminata meno della metà di quei poveri sventurati fece ritorno a casa. L’attività di Giuseppe Albano non terminò con la sconfitta dei nazifascisti; nei giorni immediatamente seguenti la liberazione di Roma continuò con gli espropri proletari in favore degli affamati abitanti delle borgate romane; collaborò con l’esercito per catturare i torturatori di via Tasso e partecipò alla cattura di ex militanti del partito fascista. L’attività del suo gruppo, si concentrò poi a condurre espropri e rapine ai danni degli arricchiti della borsa nera e degli ex-fascisti, redistribuendo il maltolto alla popolazione affamata. Molti dubbi ci sono tutt’oggi sulla fine di questo ragazzo, simbolo rivoluzionario antifascista; morì ucciso all’interno di un palazzo in via Fornovo durante un conflitto a fuoco con i Carabinieri, ma non mancano le voci che attribuiscono la sua morte ad una cellula partigiana impazzita mentre una inchiesta indipendente del 1945 mette in risalto che fu ucciso da una ex spia dei tedeschi. Noi ci associamo allo street artist Gojo e vogliamo ricordarlo per quelle che è stato: un combattente per la libertà che  non esitava a mettere a repentaglio la propria vita per assaltare i forni e distribuire pane e farina alla popolazione affamata.

_MG_3925 _MG_3929

la preparazione del fondo con l’aiuto di una giovane artista che……….. lascia il segno

_MG_4063

l’opera

_MG_4066     _MG_4068

due particolari: farina e pane

Red Lab, stiamo terminando i muri, fra poco toccherà ai soffitti

Il Red Lab non finisce mai di stupirci! Ricordate? Siamo al Quarticciolo, famosissima zona del quartiere Alessandrino di Roma; tra il 1943 ed il 44 insieme ad altri tre quartieri, il  Quadraro (nido di vespe), Centocelle e Torpignattara, il Quarticciolo fu protagonista della Resistenza contro l’occupazione Nazi-Fascista di Roma. Questa era così intensa che i tedeschi ed i loro complici fascisti spesso rinunciavano ad addentrarsi per le vie della zona a causa delle continue scorribande partigiane.  Solo meno di due mesi fa i ragazzi del Red Lab si sono rimboccati le maniche ed hanno realizzato la bonifica di un locale che sarà adibito a sportello sociale al servizio della collettività sito al piano seminterrato di un edificio occupato e divenuto una realtà abitativa.

Dopo l’ultima visita per documentare l’opera realizzata da Alvear Calderon sono arrivati due altri Street Artist, provenienti da Catania e si chiamano Poki e Kij. Pochi colori, solo il bianco e il nero, ma tanta luce, questo è il denominatore comune di questi due artisti, mentre il minimo comune multiplo è quello di esprimersi attraverso l’arte concettuale. Le loro opere entrano di diritto nel catalogo di quel raffinatissimo museo di arte contemporanea che ormai è divenuto il Red Lab (ripercorrete murale al giorno numero 87, 89, 91 ed articoli specifici del 7, 26, 27 novembre e 22 dicembre).

Purtroppo, per l’esiguità degli spazi disponibili, tra poco ci sarà, dal punto di vista murario, il tutto esaurito; si dovrà procedere ad affrescare anche i soffitti (e per questo sono in corso contatti con  uno street artist esperto in tinte calde, ……. nato e morto almeno una settantina di volte, che trascina ed estende il suo mondo pittorico, illustrativo, idiomatico, sin dall’infanzia fino a emergere dallo sconosciuto inaugurando la Via dell’Ironia…. e speriamo si renda disponibile!), solo allora potremo dirci soddisfatti!

_MG_3395_stitch-Modifica

l’opera di Poki

_MG_3383

l’opera di Kij

E restiamo con gli occhi ben aperti per cogliere ulteriori sviluppi…

_MG_3388

_MG_3389

_MG_3387

tre particolari delle opere di Eukary ota, Aladin e Alt97 presenti al Red Lab

Red Lab, avevamo lasciato qualcosa in sospeso

E’ vero, ricordate l’articolo del 26 novembre scorso, avevamo lasciato la street artist Giulia Alvear Calderon alle prese con l’opera che stava realizzando su di un muro complesso all’interno del Red Lab, un centro di aggregazione sociale attivo al Quarticciolo, storica zona del quartiere Alessandrino della città di Roma. L’opera finita è composta di una base ampia che ingloba un piano di appoggio nella parte centrale e due ampie colonne laterale che fanno da cornice ad una apertura sovrastante il piano di appoggio prima citato.

_MG_3375-Modifica-Modifica

Eccovi le tre parti che compongono il murale:

_MG_2675_stitch sx                                                                        _MG_2682_stitch dx_MG_2680_stitch

E di seguito presentiamo alcuni particolari dell’opera:

_MG_2685     _MG_2688

_MG_2689     _MG_2687

Tanto per restare in argomento: Red Lab

Durante la nostra visita di ieri al Red Lab abbiamo accertato la presenza di un’altra perla: l’ennesimo rifacimento dell’opera somma dell’arte mondiale, “La Gioconda”. Nel rifare la donna dei sogni di Leonardo, si sono cimentati tutti, dai nessuno, passando poi per gli artisti sperimentali (quelli che noi privilegiamo) per arrivare ai grandi artisti; sfruttata per ogni tipo di pubblicità (Avatar, pizza Hut, Bic, Vidal Sasson, Pantene, Rock Planet, Audi, Epson, Lufhansa, Miele) persino la Lego ha dotato di una bella chioma un suo pupazzetto creandogli uno sfondo di mattoncini, oppure tirata in ballo nei monumenti dei media contemporanei, uno fra tutti The Simpson. Al Red Lab un coraggioso artista in erba che risponde al nome di Daniele Bernardini ci ha provato e dobbiamo riconoscere che ha realizzato un’opera che non sfigura per nulla rispetto alle splendide opere colà prodotte  nei giorni passati dai più affermati street artist romani, e non solo. Gustiamoci ora questa chicca:

_MG_2228

l’opera

_MG_2230

il volto della Gioconda

Ritorno al Red Lab

Avvistati dal nostro agente segreto, stamane ci siamo presentati al Red Lab perché era in corso una seduta di aggiornamento delle opere di street art. Vi abbiamo trovato, infatti, una giovanissima artista che per nulla intimorita dalle stupende opere già presenti era alle prese con un muro che a noi è sembrato difficilissimo da riempire. Lei invece, tranquilla e con piglio sicuro, faceva affiorare con un pennello intriso di colore nero l’allegoria del consumismo da macchie di colore precedentemente stese. L’abbiamo colta in corso d’opera e riservandoci di presentarvi il suo murale finito, ve ne diamo un piccolo assaggio  questa sera, 26 novembre. L’artista è Giulia Alvear Calderon, maceratese  giovanissima che frequenta l’Accademia di Belle Arti a Roma, una delle più antiche ed importanti tra le accademie di belle arti d’Italia.

106a

il nucleo centrale-basso dell’opera

106b

particolare 

106c

l’artista all’opera

In visita al Red Lab

Nei giorni scorsi ci siamo interessati ad un centro di aggregazione sociale che si trova al Quarticciolo, nel quartiere Alessandrino di Roma (“Un murale al giorno” numero 87, 89 e 91); vi avevamo messo al corrente che i giovani del Red Lab avevano, a forza di braccia, provveduto alla bonifica del piano interrato di un edificio occupato e divenuto una realtà abitativa e che sarà adibito a sportello sociale al servizio della collettività; vi avevamo anche raccontato che per rendere accoglienti quei locali si erano dati convegno alcuni tra i migliori street artist romani che vi avrebbero prodotto i loro splendidi murales.

Ma mai avremmo pensato che quel posto sarebbe diventato, oltre che un centro di aggregazione sociale, anche uno dei più belli tra i musei non ufficiali di arte contemporanea di Roma. Infatto nel giro di pochi giorni sono state realizzate sui muri del Red Lab cinque opere sublimi, tutte di eccelsa fattura, che musei canonici come il Macro ed il Maxxi, farebbero carte false per avere.

Vi consigliamo quindi vivamente di recarvi in via Ostuni 9 a Roma per vedere le opere dal vivo (Red Lab è facilmente contattabile su Facebook per prendere appuntamento).

Gli artisti che hanno realizzato le opere sono: Bol 23 ed Eukary ota, Aladin, Alt 97, Cancelletto, Tilf, quest’ultimo in trasferta da Milano.

Questa sera siamo in grado di mostrarvi tutte e cinque le opere custodite al Red Lab, in ordine di realizzazione.

087a    91a

opera su pilastro realizzata a quattro mani da Bol 23 e Eukary ota 

91b

affresco di Aladin

_MG_1373

la matriosca di Alt 97

 

_MG_1379_stitch

gli immaginari di cancelletto

_MG_1459 rt per testasta

dieci finestre sul mondo, enorme opera di Tilf (circa metri 12 X 4)