Quinta tappa del lungo viaggio attraverso la spirale della Rampa Prenestina; ammiriamo insieme i pezzi realizzati ormai da qualche anno (almeno sette o qualcosa in più). Questa sera arriveremo al piano terrra. Domani entreremo nei sotterranei, molto rapidamente vedremo un paio di opere realizzate di recente. Poi risalireme velocemente all’ultimo piano e faremo conoscenza dei pezzi realizzati sulla parete interna della spirale.
Bol 23
La Rampa Prenestina /2
Proseguiamo la visita alla Rampa Prenestina iniziata con l’articolo di ieri. Questa sera entriamo nel cuore dell’edificio, la grande spirale camionabile e cominciamo lentamente a discenderla concentrandoci sulla parete esterna; quando saremo ridiscesi nel sottosuolo torneremo rapidamente all’ultimo piano e da lì inizieremo la nuova discesa documentando le opere dipinte sulla parete interna.
I pezzi che presentiamo questa sera risalgono, per la quasi totalità, ad almeno dieci anni fa; le firme famosissime; buona visione!
Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /264
Risaliamo in attimo in superficie e prendiamo nota di alcuni murales, uno storico, gli altri recenti, che sono dipinti sulle pareti e della piazza d’armi, e dei passaggi bui tra una zona e l’altra del Forte; sì perché anche oggi e domani saremo sempre in visita al Forte Prenestino!
questo murale è stato realizzato per commemorare Tromh, il compianto artista che ogni anno viene ricordato a Monterotondo con una superba “Jam Session”
e a proposito di commemorazione di Tromh, approfittiamo per presentare un omaggio a “King Tromh” tributatogli da Mr. Thoms; l’opera è custodita sul muro esterno di una chiesa, sembra costruita abusivamente e subito dopo andata a fuoco, in un piccolo comune dell’area metropolitana di Roma Capitale.
l’opera di Mr. Thoms
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nella parte sinistra del muro, opera di Yuri; siamo nella piazza d’armi del Forte Prenestino
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pezzo dedicato agli artisti Napal Naps, Bol 23 e Solo
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le due opere che seguono sono custodite sulle pareti del cunicolo di accesso alla “sala da tea“
Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /248
Avevamo messo in serbo l’articolo per oggi ultimo giorno del mese di febbraio, perché per noi ha sempre rappresentato l’ultimo giorno di inverno, non tanto per il freddo che normalmente arriva proprio allora, ma quanto per il fatto che il giorno successivo è marzo, e marzo si sa, è la primavera; poi le giornate si sono ormai allungate quel tanto che è lecito pensare che la strada sia tutta in discesa. Quindi quale occasione migliore per presentare una esplosione di colori artistici emersi dalla grande manifestazione (The Jam2) tenutasi il 3 ottobre scorso per commemorare Crash Kid.
Crash Kid, al secolo Massimo Colonna, è stato il pioniere della breakdance italiana ed uno dei figli più generosi della scena Hip Hop; cominciò la sua attività giovanissimo, a solo 12 anni era membro della Special Breaking Crew. Morì giovanissimo all’età di 26 anni.
I suoi amici di allora e quelli più giovani, che non lo hanno conosciuto ma che idealmente a lui sono vicini, si sono ritrovati nel passaggio laterale del ponte ferroviario della stazione di Roma Trastevere che sovrappassa le vie Portuense e Ettore Rolli (nessuno sa quale sia l’una e quale l’altra) ed hanno realizzato, proprio per ricordare Massimo, delle meravigliose opere di street art. Eccovene qualcuna:
n.b. volutamente non citiamo la paternità delle opere perché il 3 ottobre il quel piccolo sottopassaggio c’erano tutti, anche quelli che non erano potuti intervenire.
Parte prima: le opere
Parte seconda: il custode del muro espositivo
Parte terza: presenze
Il parco di Piazzale Hegel
Nel corso dell’estate scorsa, informati che aveva avuto luogo una piccola convention artistica nel parco di Piazzale Hegel, sotto il caldo sole di luglio abbiamo fatto una piacevole escursione ciclistica allo scopo di visitare quel muro espositivo che delimita un complesso residenziale che confina con un defilato parco, quello di Aguzzano, non molto manutenuto. Ma si sa, più ti allontani dal centro della città e più l’abbandono del territorio da parte delle istituzione porta ad un degrado generale. Qui oltre ad essere molto fuori dalle mura aureliane, siamo in uno dei quartieri (Roma ne conta più di trenta) di estrema periferia che confina con le cosiddette “Zone” , sono oltre cinquanta, istituite nel lontano 1977, che stavano ad identificare, almeno ai tempi della loro creazione, quelle porzioni di territorio scarsamente popolate a cavallo del GRA e fino ai confini comunali, che compongono l’Agro Romano. Il quartiere dove ricade Piazzale Hegel si chiama Ponte Mammolo, è il XXIX e si trova nella zona nord-est di Roma. Sul muro sono stati realizzati bei pezzi di Lettering ed è arrivato ad esporre una sua opera anche lo street artist simbolo dell’arte di strada romana, si tratta di un veterano, membro di una delle Crew storiche della città. Su di lui sono sempre puntati gli occhi dei giovani writers romani che sono sempre pronti ad ascoltare consigli e suggerimenti di Bol 23. Buona visione!
All’ingresso nel parco, e siamo anche non lontani dalla nostra meta, ci accoglie una cabina elettrica dismessa dall’ACEA debitamente affrescata su due pareti:
Passiamo ora a mostrare le opere di lettering realizzate sul muro che separa il parco da un sito residenziale che si affaccia su via Karl Marx:
Ed ecco infine l’opera top che ha visto la partecipazione di Bol 23 che ha immortalato Lallo il pappagallo che fa la parodia di King Kong e si arrampica sulla cima del più alto palazzo per dare colore ad una città nera:
particolare (notare l’immancabile dedica al suo grande amore):
altro particolare
Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /218
Seconda ed ultima parte del nostro reportage fotografico da Ostia; ricordiamo che l’intervento artistico si è sviluppato sulle pareti esterne ed interne del mercato Appagliatore.
Oltre a queste due opere di splendidi esercizi calligrafici opera di gruppo di artisti locali:
oltre a quelle presentate con il murale al giorno numero 217 ecco ora le opere realizzate da Diamond, Geometric Bang, Bol 23, collaborazione Atoche–Alverez di Studio Sotterraneo, DesX e collaborazione Mr. Thoms – Guerrilla Spam:
l’opera di Diamon
particolare
l’opera di Geometric Bang
l’opera di Bol 23
Lalla
opera a due mani: Carlos Atoche e Luis Alberto Alvarez
particolare d’angolo
l’opera di DesX
incontro ravvicinato
l’opera di Mr. Thoms e Guerrilla Spam
particolari dell’opera
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Mani
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PRESENZE
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elogio dell’acqua pubblica
Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /213
Al Trullo, alla grande convention di street art che si è tenuta di recente, c’era anche Bol 23, animatore di una delle storiche Crew romane, un sicuro punto di riferimento per gli street artist emergenti; pronto a dispensare consigli ai più giovani, forte dell’esperienza, maturata sul campo in oltre due decenni di duro lavoro, dalle passate storiche e sensazionali sui treni ai muri di Roma che hanno visto nascere e volare via una miriade di Lalli e Lalle, pappagalli dall’enorme becco giallo, anch’essi prodighi nel dispensare consigli al viandante.
Magistrale l’opera (dedicata come sempre all’amata Giulia) esposta sui muri del Trullo: un Lallo calligrafo esprime poeticamente una riflessiva espressione dell’artista. ………Daje!
l’opera
l’ambiente
Lallo calligrafo
Dans la Rue, volume 5 /1
Iniziamo, questa sera del 3 luglio, la cronaca fotografica differita dell’evento “Lettering” in assoluto più atteso a Roma. Si tratta della Convention organizzata dal Collettivo “Dan La Rue”; Collettivo nel quale ogni artista che abbia le idee chiare sull’importanza del proprio ruolo di avanguardia culturale della società e che sceglie la strada come sala espositiva, si identifica. Sabato 27 giugno piazza Pino Pascali, fornita di un meraviglioso muro espositivo lungo oltre duecento metri, si è popolata di Writers che si sono cimentati nel coprire tutte le opere realizzate lo scorso anno durante l’analogo evento, con altrettanti coloratissimi murales.
Il primo Dans la Rue venne organizzato, sempre in piazza Pino Pascali, cinque anni fa in risposta ad una sessione di graffiti organizzata da alcuni fascisti per ribadire, qualora ce ne fosse stato bisogno, che il fascismo è negazione della cultura e che quindi loro con la street art non ci entravano assolutamente nulla.
Quest’anno, in aggiunta al muro libero a disposizione dei Writers dove potersi esprimere liberamente, c’è stato anche uno spazio dove fare musica, dove chiunque ha potuto cantare, un tappeto dove chiunque ha potuto ballare.
Ecco quindi un primo stralcio dei murales realizzati in questa sessione di Dan la Rue; apriamo le danze con l’opera di una icona della street art romana, un punto di riferimento per i veterani, una guida per i giovani che sempre più numerosi si affacciano al mondo del Writing. Ovviamente stiamo parlando di Bol 23 e questa è la sua opera realizzata sabato 27 giugno in piazza Pino Pascali:
Abbiamo cercato di dare una sequenza spaziale alle opere che andremo a presentarvi significando che iniziamo a scorrere il muro libero da sinistra verso destra, partendo dall’angolo di via Palmiro Togliatti per arrivare, fra qualche giorno, al lato che tocca via Gino Severini. Ovviamente, come di consueto, non citeremo gli autori delle opere di Lettering; ogni artista, scorrendo le pagine di “FotografiaErrante” potrà trovare il suo capolavoro e magari condividerlo con i propri amici. Buona visione!
Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /195
Domenica 31 Maggio ci siamo recati alla Biblioteca Abusiva Metropolitana (B.A.M.) in via dei Castani a Centocelle, popolare quartiere della media periferia est di Roma. C’era Bol 23 che stava realizzando un murale in tema, da lui donato alla Biblioteca. Un’ottima occasione per stare un pomeriggio in bella compagnia. Quello che segue è un breve resoconto della giornata.
Primo pomeriggio, sotto un sole cocente Bol 23 accenna una bozza dell’opera e poi si rintana in Biblioteca ad aspettare che il sole si affretti dietro quel palazzo là di fronte.
il muro sotto il solleone
Poi lentamente la ripresa del lavoro:
riscaldamento – azione
un po’ d’ambiente con spettatore d’eccezione
Ed ora, preso il ritmo, Bol si appresta a portare a compimento la realizzazione del suo Murale:
Il lavoro prosegue fra una battuta e l’altra….
Ed ora passiamo alle rifiniture:
Sotto l’occhio attento dell’ospite e dei viandanti ……………….
Bol 23 porta a termine il suo piccolo capolavoro!
l’opera
strumenti di lavoro – particolare d’Artista
e questi sono dei significativi particolari dell’opera:
Il lettering di via Luigi Chiarini /4
Avevamo lasciato a metà, da diverso tempo, il resoconto di una nostra visita in via Luigi Chiarini, una strada all’estrema periferia sud di Roma, in un quartiere nuovissimo, tutto fatto di case con giardino che immaginiamo siano bellissime; peccato che fuori dai cancelli però ci sia il nulla, se vi capita di andare in quella zona sorgerà spontanea, dentro di voi, la domanda: “ma gli umani dove sono?”. Passa una macchina ogni tanto, come ogni tanto sfreccia via veloce un autobus rigorosamente vuoto; intorno solo cemento armato a corredo di immensi nastri di asfalto.
E’ una vera fortuna che su quei muri, concessi dal Comune di Roma Capitale al mondo dei Writers (muri liberi) per dare libero sfogo alla loro arte creativa senza incorrere nei rigori della legge, ci siano delle vere e proprie esplosioni di colori, un susseguirsi, senza soluzione di continuità di opere d’arte che non sfigurerebbero all’interno di qualsiasi museo di arte contemporanea.
Orbene abbiamo ritenuto opportuno trattare oggi questo argomenti perché proprio ieri, l’amministrazione comunale di Roma, in pompa magna, ha annunciato di aver realizzato la sua prima mappa di street art a Roma.
Il motivo è semplice quindi: vogliamo verificare se la qualità delle fotografie delle opere realizzate sui muri liberi della città risulta essere migliore nella mappa edita dal comune piuttosto che nel progetto “FotografiaErrante”. Intanto qui si dà per scontato che le opere prodotte dagli street artist romani sui muri liberi concessi dal Comune abbiano sicuramente trovato posto, se non tutte magari le più raffinate, tra le 330 censite dalla mappa; oppure si da il caso che noi siamo in difetto cognitivo? Mica per caso “Zetema” si è limitata a realizzare il catalogo in luogo e per conto delle varie gallerie d’arte contemporanea di Roma e di qualche, anche lodevole, progetto di amore per il proprio quartiere da parte di studiosi animati di buoni propositi? In tal caso qualcuno dica ai nostri amministratori che la Street Art è un’altra cosa e già che c’è, faccia capire loro che la riqualificazione urbana delle periferia si fa con ben altre risorse!
in compagnia di Bol 23………………
…………………..in via Luigi Chiarini a fare scorpacciata di Lettering