Nicola Alessandrini

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /217

Nel il murale al giorno numero 189 del 23 maggio scorso accennammo al festival YOUTH MARKET, manifestazione di street art che coinvolse una folta schiera di artisti che cambiarono, nel corso di un fine settimana, il volto del mercato Appagliatore di Ostia, città nella città, sezione rivierasca della Capitale. Iniziamo questa sera una rapida carrellata delle opere esposte sui muri di quel mercato. Gli artisti sono, nell’ordine,  ADR, Nicola Alessandrini, Guerrilla Spam, Gesta Future, Andy Green e Solo

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ADR

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Nicola Alessandrini

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Guerrilla Spam

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Gesta Future

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Andy Green

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Solo

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /142

Questa sera, siamo al 27 di febbraio, vi intratteniamo per raccontarvi una piccola storia:

Un giorno tre amici, che condividono sia passione che capacità artistiche, hanno deciso di fare la conoscenza “culturale” di tre famiglie particolari che sono passate per Torpignattara, quella zona della media periferia est di Roma assurta alle cronache giornalistiche nel recente passato; famiglie che, con superficialità, verrebbero definite diversissime fra loro ma che ad una analisi più attenta rivelano un denominatore comune, quello di essere tutte e tre dei migranti. Ognuna di queste famiglie è riuscita a costruirsi una identità e ad integrarsi nel tessuto sociale. Uno degli amici, David, è andato da Liu, giovane donna cinese che gli ha raccontato la storia della sua famiglia: il padre arrivò a Roma nel 1979, cacciato dalla Cina per essersi permesso il lusso di volere una seconda figlia, cosa vietatissima in quel paese. Questa scelta voleva dire una sola cosa: la perdita del lavoro e così fu costretto a scappare. Il secondo amico, Luca ha fatto la conoscenza della famiglia di Rupali, una donna venuta dal Bangladesh nel 1999; formatasi una famiglia, ha avuto un figlio che ora frequenta la scuola media “Carlo Pisacane” di Torpignattara (n.d.r. – si tratta di quella scuola dove le mamme qualche mese fa hanno cacciato in malo modo il fascio-leghista Borghezio). Il terzo amico, Nicola, si è recato presso la famiglia Caporello, e lì gli hanno raccontato che il loro bisnonno era arrivato da Palestrina in cerca di lavoro che al suo paese non aveva mai avuto e, lavorando sodo, aveva sconfitto la miseria ed aveva dato un futuro dignitoso ai propri figli.

Tutti e tre questi amici, avendo la fortuna di rispondere al nome di tre street artist bravissimi, nell’ordine Diavù, Lucamaleonte e Nic Alessandrini, hanno tradotto questa loro grande esperienza in un murale realizzato in via di dell’Acqua Bullicante. Buon godimento!

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il murale a sei mani; a sinistra la parte realizzata da Diavù, al centro l’opera di Lucamaleonte, a destra la parte di competenza di Nic Alessandrini

Ed ora, come di consueto, una carrellata di particolari per meglio cogliere lo spirito dell’opera:

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Liu ed il padre realizzati da Diavù

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il figlio di Rupali realizzato da Lucamaleonte

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Nic Alessandrini mentre apporta gli ultimi ritocchi al ritratto di un membro della famiglia Caporello

E, per finire, vi presentiamo l’opera inserita nell’ambiente:

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Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia /8

Domani, domenica 21 settembre, al MAAM, Museo dellAltro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia, si festeggia, come di consueto la fine dell’estate: l’ INDIPENDENCE DAY [& NIGHT]. I cancelli apriranno alle ore 17,00. Ci saranno visite guidate con descrizione critica delle opere murarie e non, e sarà l’occasione  per presentare al grande pubblico le nuove opere che numerosi street artist hanno realizzato nel corso dell’estate. Ci saranno una cena meticcia e grande musica  ad allietare l’evento. Dimenticavo di dire che per chi domani avrà il coraggio culturale di presentarsi al MAAM, in via Prenestina, avrà anche la fortuna di incontrare gli artisti che in questi ultimi mesi hanno lavorato alla realizzazione delle loro opere e, magari, di parlare con loro sul significato della loro arte. Noi nel nostro piccolo approfittiamo per effettuare l’ottava visita nel tempio dell’arte contemporanea di Roma che, lo diciamo subito, non sarà esaustiva nel presentare tutte le nuove opere. Ci soffermeremo anche su alcuni murales che per mancanza di spazio, non sono stati menzionati nei resoconti delle visite precedentemente effettuate.

Il primo artista di cui parliamo oggi è Leo, nome d’arte di Leonardo Morichetti, giovanissimo civitanovese ma talmente navigato che dicono di lui abbia imparato a disegnare che a parlare. Già nella prima infanzia, appena all’età di 6 anni, vince un concorso nazionale indetto dalla Disney, ed entra nei primi 300 selezionati per il premio su oltre diecimila partecipanti. Crescendo continua a partecipare ed a vincere concorsi nella sua provincia, illustrando anche piccoli racconti di favole per bambini. Da adolescente inizia il percorso scolastico nel campo dell’arte e notato subito per la sa arte viene scelto per partecipare ad uno stage di 3 settimana nel Liceo Artistico di Czestochowa, in Polonia, per Grafica Multimediale. Nel suo periodo formativo artistico, dal 2009 al 2011, espone con continuazione in mostre ed eventi della cultura underground divenendo uno dei fari dell’arte contemporanea nella regione Marche. In questo periodo si avvicina alla street art anche grazie a Nicola Alessandrini, che sarà anche suo maestro in questo periodo della sua crescita, e con cui realizza alcune opere murarie sempre nel Maceratese.

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l’opera di Leo presente al MAAM

 Nell’agosto 2011 si iscrive all’Accademia di Brera di Milano, sezione pittura, legandosi particolarmente al Prof. Roberto Casiraghi. A settembre , avendo notato una presenza forte della cultura Street Art presente per le vie della città, decide con Maurizio Romani, un negoziante di Corso di Porta Ticinese, di arricchire i grigi muri e le scarabocchiate serrande di quella via con opere, dipinti, satira, aforismi, poesie e rinominandola Via dell’Ironia; questa azione riscuote un enorme successo. Da Milano dilaga a Bologna e specialmente a Roma ed in questa città dipinge insieme alla giovane artista Marzia in primis al “Lucernario”, spazio autogestito dagli studenti universitari al Dipartimento di Musica della Sapienza ormai sgomberato dalla follia anticulturale del rettore Frati, dove realizzano dei meravigliosi ed incontenibili cavalli, e al CSOA “cinema Volturno”, anch’esso di recente sgomberato dalla forza pubblica.

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l’opera vista dalla prospettiva opposta

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 Secondo artista è Mauro Sgarbi, lui viene dalla pittura tradizionale e, per la prima volta in assoluto, si è cimentato al MAAM nel realizzare un muro di enormi dimensioni ed a quanto pare con risultati eccellenti; i suoi alberi antropomorfi sembrano lanciare, con l’aiuto di variopinte farfalle, gli elementi della terra alla conquista del cielo.

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Mauro Sgarbi mentre realizza la sua opera

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l’opera realizzata in tutti i suoi dettagli

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Ritorniamo su un’opera già presentata in un suo solo particolare nei precedenti articoli sul MAAM, nella stanza dei giochi della ludoteca, ribattezzata la stanza di Veronica, c’è il murale di Veronica Montanino: siamo ora in grado di presentare la sua opera completa:

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Dentro questa grande macchia che trasborda anche sul pavimento una miriade di tondi coloratissimi sono li per accattivarsi la fiducia dei bambini che frequentano la ludoteca.

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tre particolari dell’opera

Presentiamo inoltre un particolare dell’opera realizzata di recente da Veronica Montanino sulla scala che sale al piano superiore di Metropoliz e realizzata con l’aiuto dei bambini della città meticcia:

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Presentiamo ora un’altra opera di Gio Pistone, già conosciuta nei precedenti articoli  e che potete rivedere tutti riassunti nella sezione “Realtà” di questo progetto alla voce “MAAM – Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia”. Quest’opera e stata realizzata al piano superiore del Museo, nella ludoteca, vicino alla porta che conduce a quello che era il salone della stagionatura dei salumi quando, quarant’anni fa, era attiva la fabbrica di salumi.

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Già conosciutissima nel mondo della street art come ideatrice di un mondo parallelo popolato di strane creature create con pennello e colori sgargianti (bianco, acqua marina, rosso, fuxia, viola), Gio Pistone, che ha realizzato insieme a “Nic” Alessandrini la quinta stanza alla “-1 Art Gallery, spazio Underground della Casa dell’Architettura di Roma”, qui ci conduce in un mondo sconosciuto dove vivono personaggi onirici che sembrano vivere in una favola variopinta.

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E per finire vogliamo omaggiare quattro grandi artisti che per primi hanno dato forma a questo museo: nell’ordine, da sinistra a destra Blackwan & Tilf, Aladin,Carlo Gori . Questa è la loro meravigliosa opera:

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Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz_città meticcia /4

Nicola Alessandrini (in arte Nic) è da anni attivo nell’underground artistico nazionale. Ha realizzato, alcuni mesi fa, un murale (ahimè oggi purtroppo cancellato con una mano di vernice) a quattro mani insieme a Gio Pistone sulle pareti della -1 Art Gallery alla Casa dell’Architettura di Roma. Nell’opera era rappresentato il luogo posto ai confini del mondo un tempo conosciuto, dove i cartografi dell’antichità relegavano l’immaginario collettivo (“Hic sunt leones”). Nelle sue opere, come rivela anche questa presente al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz, son rappresentate fiere, se così possiamo definirle, dalle sembianze mezze umane e mezze animalesche, che sembrano essere state concepite per allontanare tutto ciò di cui aver paura.

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Il nome Cancelletto deriva dal simbolo #.  Al momento della scelta l’artista voleva che fosse un simbolo od un’immagine ad identificarlo, non un nome verbale. Le sue opere, di cui qui vediamo quella presente al MAAM, sono visibili principalmente a Roma, nei quartieri della zona Est, principalmente al Pigneto e a S.Lorenzo. Lo scorso anno ha avuto a sua disposizione le pareti della galleria “Laszlo Biro” di via Braccio da Montone al Pigneto e vi ha realizzato un imponente acquario, dove su fondo nero nuotavano allegramente meravigliosi pesci variopinti con sgargianti colori.

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Qiu sotto un particolare dell’opera realizzata da Hitnes al MAAM. L’artista è reduce da alcune personali esposizioni in gallerie di tutto il mondo, da Adelaide a Chio, a Pisa, a Viterbo. Predilige l’attività scenografica nel cinema.

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Nella stanza dei giochi (ludoteca di Metropoliz), sulla parete opposta al grande muro di Alice Pasquini, in quella specie di teca di vetro che la dovrebbe contenere (ma purtroppo n on ci riesce, tant’è che il blob verde ne fuoriesce e scivola per terra fino a raggiungere la scala che scende alla sala delle assemblee) c’è la stanza di Veronica:

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“All’interno di questa grande macchia, che sgocciola sulle scale, una infinità di tondi colorati, zebrati, cangianti, maculati, picchettati, come il mantello di Arlecchino descritto da Michel Serres, mondi che rimandano ad altri mondi, più piccoli o solo più lontani, la cui visione non sappiamo se ci sia resa possibile per il tramite di un microscopio a di un telescopio” (Giorgio de Finis). Qui vediamo un grazioso particolare dell’opera:

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Veronica Montanino, attiva da oltre un decennio, predilige le pitture acriliche su ogni supporto: tela, pvc, plexiglas. I suoi principali interventi sono stati attuati al Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno e su mobili e pareti del Collicola Caffè all’interno del Museo di Arti Visive Carandente di Spoleto.

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Tiziana Cera Rosco è una poetessa e al contempo una artista visiva di grande valore nazionale ed internazionale. E’ nata a Milano nel 1973 ed è cresciuta in Abruzzo, nel parco nazionale. Sua grande passione è la fotografia, ma non  il semplice scatto. Le sue foto,dopo la stampa a carbone, sono sapientemente lavorate con oli, resine, bitume, solventi così da creare uno strato, un velo appunto, ma un velo pieno di crepe che insidiano l’immagine ferendola e non consegnandola completamente (ogni riproduzione di opera è fatta a mano e quindi non c’è mai un’opera uguale ad un’altra anche se provengono dalla stessa immagine). Questa opera è stata esposta al Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz in occasione dell’evento inaugurativo del museo stesso avvenuta il 5 ottobre del 2013.

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Viaggio attraverso il Quadraro /5

Piazza dei Tribuni. Al capolinea del bus, sul muro di contenimento del famoso “monte del grano” (nome popolare del mausoleo di Alessandro Severo), Nicola Alessandrini, coadiuvato da Diavù e Lisa Gelli, ha realizzato questa lunga opera.

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Un serpente gigantesco che vive in simbiosi con esseri fiabeschi dalle varie sembianze umane che lo coccolano e gli procurano il cibo (il topo sacrificale).

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Ricorre quindi quel mondo immaginario di Nic dove vivono creature che popolano i nostri sogni.

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Via Anton Ludovico Antinori. Lungo murale realizzato da Alice Pasquini.

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Come di consueto l’opera di Alice alterna solari volti giovanili ad un paesaggio appena abbozzato fatto di casette, pali e fili della corrente.

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 Il tutto condito con colori tenui ma contrapposti che danno all’opera uno stupefacente contrasto.

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