Diavù

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /223

Murale al giorno particolare quello di oggi. Vi parliamo di uno, e forse il più grande, degli uomini che hanno calcato la scena italiana nel ventesimo secolo: Pier Paolo Pasolini. Quello che è apparso nel corso dell’anno su tante opere di street art, ma con una in particolare, del tutto abusiva, ha fatto schierare dalla parte dei writer anche i loro nemici giurati che rispondono al nome di “Roma fa schifo”. Pensate, quando una delle tante opere di Ernest Pignon Ernest, voglio precisare, esposte abusivamente in varie parti della città (e non diciamo in periferia, ma sui muri della città storica ed a volte su veri e propri monumenti, tipo ponti costruiti dagli antichi romani) è stata vandalizzata, quei signori (eufemismo) hanno gridato allo scandalo e si sono schierati (sic) dalla parte di chi nottetempo, sfidando la legge ed il buoncostume, espone le proprie opere d’arte!

Di murales dedicati al grande uomo ne sono stati realizzati molti, ricordiamo tra i tanti quello di Nicola Verlato a Torpignattara (murale al giorno numero 172 del 26 aprile scorso), quello di Omino 71 e Mr. Klevra ad Ostia, quello di Diavù alla Marranella, ancora quello di Maupal sempre a Ostia, quelli di Omino 71  di Maupal in via Fanfulla da Lodi al Pigneto.

Ecco quindi una delle tante copie l’opera di Ernest Pignon Ernest, quella esposta all’Isola Tiberina, sotto Ponte Cestio (quella apparsa in via di Porta Portese, di fronte al cinema Nuovo Sacher, intorno alla metà dello scorso mese di maggio, ve l’abbiamo già presentata con il murale al giorno numero 184 del 17 maggio scorso)

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l’opera

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visitatori

E per finire una carrellata delle opere degli artisti sopra citati:

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Pasolini condiviso da Omino 71 e Mr. Klevra (C.F.P. Pier Paolo Pasolini di Ostia)

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Pasolini visto da Diavù

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l’opera di Maupal in via Fanfulla da Lodi

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l’opera di Omino 71, sempre in via Fanfulla da Lodi

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Pasolini visto da Maupal (C.F.P. Pier Paolo Pasolini di Ostia)

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /142

Questa sera, siamo al 27 di febbraio, vi intratteniamo per raccontarvi una piccola storia:

Un giorno tre amici, che condividono sia passione che capacità artistiche, hanno deciso di fare la conoscenza “culturale” di tre famiglie particolari che sono passate per Torpignattara, quella zona della media periferia est di Roma assurta alle cronache giornalistiche nel recente passato; famiglie che, con superficialità, verrebbero definite diversissime fra loro ma che ad una analisi più attenta rivelano un denominatore comune, quello di essere tutte e tre dei migranti. Ognuna di queste famiglie è riuscita a costruirsi una identità e ad integrarsi nel tessuto sociale. Uno degli amici, David, è andato da Liu, giovane donna cinese che gli ha raccontato la storia della sua famiglia: il padre arrivò a Roma nel 1979, cacciato dalla Cina per essersi permesso il lusso di volere una seconda figlia, cosa vietatissima in quel paese. Questa scelta voleva dire una sola cosa: la perdita del lavoro e così fu costretto a scappare. Il secondo amico, Luca ha fatto la conoscenza della famiglia di Rupali, una donna venuta dal Bangladesh nel 1999; formatasi una famiglia, ha avuto un figlio che ora frequenta la scuola media “Carlo Pisacane” di Torpignattara (n.d.r. – si tratta di quella scuola dove le mamme qualche mese fa hanno cacciato in malo modo il fascio-leghista Borghezio). Il terzo amico, Nicola, si è recato presso la famiglia Caporello, e lì gli hanno raccontato che il loro bisnonno era arrivato da Palestrina in cerca di lavoro che al suo paese non aveva mai avuto e, lavorando sodo, aveva sconfitto la miseria ed aveva dato un futuro dignitoso ai propri figli.

Tutti e tre questi amici, avendo la fortuna di rispondere al nome di tre street artist bravissimi, nell’ordine Diavù, Lucamaleonte e Nic Alessandrini, hanno tradotto questa loro grande esperienza in un murale realizzato in via di dell’Acqua Bullicante. Buon godimento!

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il murale a sei mani; a sinistra la parte realizzata da Diavù, al centro l’opera di Lucamaleonte, a destra la parte di competenza di Nic Alessandrini

Ed ora, come di consueto, una carrellata di particolari per meglio cogliere lo spirito dell’opera:

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Liu ed il padre realizzati da Diavù

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il figlio di Rupali realizzato da Lucamaleonte

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Nic Alessandrini mentre apporta gli ultimi ritocchi al ritratto di un membro della famiglia Caporello

E, per finire, vi presentiamo l’opera inserita nell’ambiente:

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /114

Oggi vi presentiamo uno splendido murale realizzato dallo street artist David “Diavù” Vecchiato a Largo Spartaco, al Quadraro Nuovo. L’immagine è  famosissima, noi tutti la conosciamo, ma l’interpretazione di Diavù è di particolare effetto e da al volto del “Che” una straordinaria tridimensionalità.

Non potevamo quindi aspettare, ed allora cogliamo l’occasione per fare a tutti i frequentatori di questo progetto tanti auguri laici!

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Il “Che” visto da Diavù

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particolare dell’opera

E con il murale successivo intendiamo fare una montagna di auguri a tutte le nonne del mondo

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opera dello street artist “Sado”

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /62

Il murale che visiteremo oggi 3 ottobre è molto particolare per il suo significato: infatti è il primo murale antimafia realizzato a Roma. L’artista che lo ha realizzato è David “Diavù” Vecchiato, animatore del progetto M.U.Ro, Museo di Urban Art di Roma, che sta realizzando un museo completamente integrato nel tessuto sociale, come la forma d’arte che segue, promuove e produce: la Street Art. In particolare questo museo,  che si sviluppa nelle strade dello storico quartiere del Quadraro, attualmente comprende oltre 20 lavori realizzati da importanti firme dell’Arte Contemporanea di tutto il mondo. Torniamo al murale antimafia, esso è stato realizzato, all’inizio dell’estate, nel Parco Collina della Pace nato nel cuore del quartiere Finocchio, nella periferia est della Capitale, nell’ambito di un ambizioso e concreto intervento di recupero ambientale e di riqualificazione urbana. Il nome “Collina della Pace” trova la sua origine in una manifestazione ivi svoltasi negli anni ’70 proprio a favore della pace. Poi col tempo l’area era addirittura caduta tra gli artigli della malavita organizzata per la fattinspecie della Banda della Magliana e del suo cassiere Enrico Nicoletti. Più di dieci anni fa l’intera area è stata confiscata, restituita ai cittadini e assegnata al Comune di Roma per usi sociali.

Oggi il parco è intitolato alla memoria de siciliano Peppino Impastato, uno dei “testimoni” più rappresentativi della lotta contro la mafia, un giovane militante di Avanguardia Operaia (movimento sempre in prima linea negli anni Settanta quando c’era da lottare contro ogni forma di fascismo) che mise in piedi una agguerritissima “Radio Aut” con cui denunciava i delitti e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini. Ovviamente nella più totale assenza dello stato Peppino fu facile preda dei malvagi contro cui lottava e cui dava molto fastidio e finì assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978.

Il murale si sviluppa su due muri prossimi fra loro ma sfalsati quindi lo presentiamo con due immagini:

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porzione di destra, la più estesa

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porzione di sinistra

La realizzazione del murale è stata promossa dall’associazione antimafie daSud in occasione dell’ultima tappa romana della sua lunga marcia della memoria “MammaMafia. Il welfare te lo paghiamo noi”.

Dimenticavo di dire che Enrico Nicoletti,  all’interno dell’area poi trasformata in parco, aveva costruito abusivamente un palazzo di sei piani per destinarlo ad albergo. Dopo la confisca solo la mobilitazione dei cittadini del quartiere riuscì a far abbattere quell’ecomostro.

E qui di seguito presentiamo quattro particolari dell’opera così da farvi apprezzare meglio lo stile pittorico di Diavù

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e per finire, la mano dell’artista che realizza l’opera

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /10

Oggi 10 luglio lo dedichiamo al cinema, in particolare alla grande stagione del cinema italiano quando il Neorealismo la faceva da padrone e l’avanguardia Pasoliniana scuoteva la bigotta società italiana. L’occasione la dà il movimento popolare che vuole la riapertura del cinema Impero, in prima fila lo street artist “Diavù” che realizza quattro stupende opere: i ritratti di Monicelli, Anna Magnani, i fratelli Citti e Pier Paolo Pasolini.

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Viaggio attraverso il Quadraro /3

Jim Avignon, artista di origini tedesche, divide la sua vita tra Williamsburg, Brooklin e Berlino che lascia spesso per andarsene a dipingere murales per il mondo. Artista veramente controcorrente, ha preso spesso iniziative tali da rivoluzionare i canoni dell’arte così come la conosciamo noi, dal valore delle opere alla loro sacralità: una sua mostra di 800 opere fini gratuitamente, una ventina di anni fa, ad altrettanti clienti che ne fecero richiesta, e alcuni anni prima durante un’altra mostra dipinse un’opera al giorno per poi distruggerla la sera stessa. Artista eclettico Avignon non disdegna di scrivere libri o di fare musica, è molto apprezzato anche dall’economia che conta: infatti gli è stato commissionato di dipingere perfino quadranti di orologi Swatch e code di aeroplani. Jim Avignon è un esponente della “Modest Art” basata sul principio che ogni oggetto è apprezzabile perché proveniente dal lavoro umano; tutto ciò che è frutto del lavoro dell’individuo è arte, e quindi gli esseri umani vivono immersi nell’arte e nella cultura da esso derivante.

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L’opera prodotta dall’artista, in Via dei Pisoni sulla parete esterna del primo locale underground del Quadraro, rimanda alla espressione pittorica di cento anni fa: la figura femminile richiama subito alla memoria Amedeo Modigliani e contemporaneamente le tecniche cubiste.

_MG_1557Particolare dell’opera di Jim Avignon.

 

_MG_1536Particolare dell’opera di Diavù posta in Via del Lentuli sul muro di contenimento della salita di Via Tuscolana verso il Mandrione.

_MG_1765Particolare dell’opera presente al Giardino dei Ciliegi.

_MG_1760Altro particolare dell’opera presente al Giardino dei Ciliegi.

Diavù si cimenta nella tecnica dello stencil policromo (a più strati) ritaendo Gino Scarano, storico barbiere/cantante del Quadraro, che, figlio d’arte, cominciò il mestiere a sette anni fingendo di radere Totò che era cliente del padra. Negli anni dello splendore di Cinecittà è stato il barbiere, ma di più ancora, un amico dei più grandi attori italiani, da Sordi a Manfredi, da Giuliano Gemma a Franco Franchi, e poi Anna Magnani, Monica Vitti, la Carra e Pier Paolo Pasolini. Quando non rade qualcuno, ama passare il tempo suonando e cantando in un angoletto della sua barberia.

_MG_1747Ritratto di un barbiere cantante. 

Questa opera è stata affissa nottetempo affianco alla porta della sua bottega ed è stata da lui molto apprezzata.

Viaggio attraverso il Quadraro /1

M.U.Ro. acronimo di Museo Urban di Roma è il primo museo di Urban Art della nostra città; nasce da un’idea-progetto dello street artist David “Diavù” Vecchiato e si pone l’obiettivo di stimolare la cultura visiva e di operare una riqualificazione in aree degradate, nonché di creare un festival annuale. Nella prima fase di vita, M.U.Ro. nasce come museo sui muri del quartiere Quadraro; viene così messa insieme una collezione di opere di Urban Artist di tutto il mondo realizzate per i cittadini di V e VII Municipio del Comune di Roma.

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L’idea alla base di M.U.Ro. è creare un museo a cielo aperto dove l’arte contemporanea abbia la possibilità di interagire quotidianamente con i cittadini, così come avviene ogni giorno delle strade della nostra città grazie alle opere di Street Art. Dapprima sui muri di recinzione spesso degradati fino all’eccesso o su pareti fatiscenti di case che si affacciano sulla pubblica via, e successivamente anche su facciate di officine e altre attività commerciali, sono apparse, nel giro di questi ultimi anni, opere di artisti italiani e stranieri, sempre di elevatissima statura artistica, dagli italiani Nicola Alessandrini, Gio Pistone, Alcie Pasquini, Irene Rinaldi, Alberto Corradi, Massimo Giacon, Ale Giorgini, Mister Thoms, alla francese Zelda Bomba, agli statunitensi Gary Baseman, Beau Stanton e Ron English, al messicano Malo Farfan, al tedesco Jim Avignon. Non poteva mancare, a fare gli onori di casa, il quadrarense David Vecchiato, in arte “Diavù”, che ha realizzato per il suo quartiere, sempre a più mani, delle opere incantevoli, dalle figure sbarazzine del dipinto del Giardino dei Ciliegi, ai sorridenti visi di Via dei Lentuli, ai volti fiabeschi di Piazza dei Tribuni.

_MG_1802A Piazza dei Tribuni Diavù si cimenta con Nicola Alessandrini e Lisa Gelli.

 

_MG_1534In Via dei Lentuli, Diavù si affianca a Zelda Bomba e Malo Farfan.

 

_MG_1761Al Giardino dei Ciliegi Diavù dipinge con Alberto Corradi, Massimo Giacon, Ale Giorgini, Marco About e Irene Rinaldi.