Hogre

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /256

Questa sera argomento del murale al giorno sono i pezzi che sono lì da molto tempo ma che non è facile scovare. Ci siamo armati di molta pazienza ed abbiamo fatto un itinerario ciclistico nella zona est a ridosso delle mura Aureliane. Abbiamo, tra l’altro, trovato quattro pezzi che questa sera condividiamo con i frequentatori del progetto “FotografiaErrante”.

La prima opera l’abbiamo scovata in via dei Sardi, a S.Lorenzo. Pregevole fattura, decisi tratti neri su una superficie bianca danno vita ad un volto di uomo dallo sguardo intenso che non fa trasparire nessuna emozione.

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Il secondo pezzo sta un po più in la; in via dei Marsi, stesso edificio. L’opera è un po’ segnata dal tempo e nello stesso tempo è stata oggetto di colorazione impropria. L’autore è About Ponny:

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Usciamo ora da S.Lorenzo, transitando per piazzale Tiburtino, passiamo sotto i binari della stazione Termini ed entriamo nel Rione Esquilino. Andiamo diretti in via Filippo Turati; addosso al muro esterno del Mercato Esquilino, troviamo uno stencil di Hogre:

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l’opera

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nell’ambiente

Infine dopo una breve galoppata, usciti dalle mura aureliane attraverso il passaggio di via Nola ce ne andiamo in via La Spezia (siamo nel quartiere Tuscolano); lì, proprio di fronte all’imbocco delle scale che portano alla fermata “Lodi” della nuova linea C della Metropolitana, c’è un altro pezzo di Hogre, molto ben conservato:

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l’opera

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nell’ambiente

Sulle rive del Tevere

Ci siamo concessi una lunga passeggiata sulle rive del Tevere; siamo partiti da Lungotevere Gassman, abbiamo percorso la riva destra fino oltre Castel S.Angelo; abbiamo approfittato di ponte Cavour per passare sulla riva sinistra e siamo scesi fino all’Isola Tiberina da dove abbiamo riguadagnato la riva destra per arrivare al ponte della Scienza intitolato a Rita Levi Montalcini; qui tornati sulla riva sinistra abbiamo cominciato una dettagliata escursione su Riva Ostiense, quel tratto di lungotevere frequentato solo in estate e per un minimo tratto, per le manifestazione legate alla “Estate Romana”. Ora, specie da quando è stata sgomberata la comunità di senzatetto che viveva in condizioni di igiene precaria ed in orribili baracche proprio sulla riva del fiume, si incontra pochissima gente, qualche ciclista, qualcuno che porta a spasso il cane e, ogni tanto, gruppi di ragazzi che sperimentano tecniche di ripresa (fotografie e video) utilizzando come ambiente i numerosi murales presenti, i cui colori formano violenti contrasti con le rugginose rovine industriali di quello che una volta fu il “Gazometro” di Roma.

Lo scopo della nostra escursione aveva ben tre obiettivi; primo ovviamente quello di testimoniare puntualmente la presenza di opere di street art, costituite, per la quasi totalità da lettering, opere che avevamo incontrato ogni volta che ci siamo trovati a percorrere rapidamente la pista ciclabile per spostarci da un punto all’altro della città, ma cui non avevamo mai prestato mai la dovuta attenzione. Il secondo obiettivo era quello di dare uno sguardo fotografico dal basso alla nostra città e confermare che sul Tevere si affacciano tremila anni di storia e di bellezza. Terzo, riuscire a cogliere momenti di solitudine urbana in una città così caotica che non ha nulla da invidiare a Calcutta; e quella solitudine che rinfranca lo spirito la si gusta appieno proprio passeggiando nel cuore pulsante di Roma, nel “sentire gli strilli dei gabbiani, fissare i lenti ed ampi gesti dei vogatori che spingono controcorrente le loro lunghe canoe, incrociare qualche ciclista che gareggia con il proprio cane, notare di sfuggita una coppia di amanti che si scambia teneri baci”.

Tutto questo è il Tevere! Peccato che i Romani, per la quasi totalità, non lo conoscano.

 

Parte prima: l’ambiente

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in primo piano ponte Mazzini; dietro, ponte Amedeo di Savoia

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ponte Mazzini e la scalinata per lungotevere dei Sangallo

3

da sotto ponte Amedeo di Savoia: ponte Vittorio Emanuele II, ponte Elio e il Mausoleo di Adriano

4

chiglia di barcone naufragato sotto ponte Vittorio Emanuele e scalinata di accesso a lungotevere Tor di Nona

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vogatori sotto ponte Elio

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ponte Cavour con rampa di accesso a lungotevere Prati

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cabina per rilevamento idrografico. opera di K2m

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il mausoleo di Adriano su ponte Elio

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ponte Vittorio Emanuele II e rampa di accesso al lungotevere Vaticano

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la ex baraccopoli di Riva Ostiense

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significativa opera di Hitnes

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un poster sotto ponte Elio

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Pignon Ernest Pignon

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Parte seconda: presenze

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gatto su istallazione di Cactus

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particolare

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podisti più o meno stanchi

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ciclisti più o meno motorizzati

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l’opera pensile di Laura Galletti (murale al giorno numero 228 del 7 dicembre 2015)

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motociclisti e camminatori

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Parte terza: le opere sull’argine di Tevere

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JBrock

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Milk

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Parte quarta: le opere di Riva Ostiense

(le opere che completano l’esposizione di questo luogo sono state presentate negli articoli “Il lettering di Riva Ostense 1 e 2 , rispettivamente del 11 novembre e del 7 marzo 2015)

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Hitnes

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Hogre

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Tadh , RST, Corv

 

 

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /243

Siccome abbiamo nostalgia di opere di un artista (di cui non vogliamo fare il nome) che, purtroppo, si è allontanato da Roma, andiamo a scavare nel nostro immenso archivio. Esattamente un anno fa, nel corso di una nostra scorribanda ciclistica siamo arrivati oltre i quartieri a nord della città, in una di quelle che si chiamano zone, dalle parti della Serpentara, precisamente in via Gaetano Martino.  Lì, all’interno di un parcheggio, su di un muro laterale, una serie di opere del nostro street artist innominato.  Per chi arriva tardi, diamo un piccolo aiutino e diciamo che, sempre un anno fa, insieme al collettivo Guerrilla Spam, è entrato con le sue opere in “Galleria”, la Laszlo Biro di via Braccio da Montone, e regolarmente, la sera, le opere esposte venivano date alle fiamme! La realizzazione di questo lungo murale risale a qualche anno fa.

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il murale visto nel suo complesso

Ed ora i dettagli partendo dalla scena di sinistra, i ponti di via Prenestina, per arrivare a Yoda, mitico personaggio della saga di guerre Stellari:

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Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /240

Oggi giornata particolare per il mondo della Street Art. Noi approfittiamo per mostrare ai frequentatori del progetto FotografiaErrante tre opere che ci stanno molto a cuore.

La prima opera, esposta in un luogo a dir poco fantastico, una fabbrica abbandonata, dove sembra che una volta vi si producessero dei tessuti raffinati, è di Gojo, risale a diversi anni fa, ma nonostante il lungo tempo trascorso alle intemperie, anche se un po’ sbiadita, mantiene inalterato tutto il suo fascino.

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l’opera di Gojo

Il secondo pezzo di questa sera è stato prodotto dalla mano di Hogre, artista che rifugge la notorietà, identità misteriosa, sempre in grado, con la sua pungente ironia, di cogliere nel segno. Siamo a Riva Ostiense, là dove la strada della civiltà tentenna e si perde nel nulla; cercarla all’infuori della stagione invernale è praticamente impossibile: la natura rigogliosa con lo spuntare delle prime foglie  ne oscura la visione.

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l’opera di Hogre

La terza opera (si tratta di un poster), apparsa sì nei regolari spazi espositivi del Comune di Roma, ma ovviamente in modo spontaneo intorno all’inizio dello scorso 2015 è di JBRock. Il sito espositivo era in Vicolo della Campana al Rione Campo Marzio.

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l’opera di JBRock

Attraverso i quartieri di Roma /2

Dal Flaminio, dove ci siamo recati ieri, attraversiamo il centro storico di Roma, quell’immenso territorio racchiuso nello scrigno delimitato dalle mura Aureliane e, a sud, entriamo timidamente nell’immenso quartiere istituzionale denominato “Ardeatino”, il XX di Roma, che prende il nome dall’antica via che lo attraversa. Ben 14 chilometri quadrati di territorio, con un immenso patrimonio verde costituito da buona parte del Parco dell’Appia Antica e da tutta la Tenuta di Tormarancia. Il quartiere, racchiuso tra le vie Cristoforo Colombo, Laurentina, di Vigna Murata ed Appia Antica, è per lo più costituito da zone di edilizia economica e popolare, cui si sono aggiunte, nei primi anni ’70 del secolo scorso, alcune ben delimitate aree di edilizia privata di livello superiore. Da segnalare un tentativo mal riuscito di mettere in pratica soluzioni avveniristiche di edilizia convenzionata scaturite da menti che di rivoluzionario non avevano nulla (vedasi gli immensi palazzi circolari della zona del Tintoretto/Ballarin) Questo quartiere, a parte il grande intervento di cosiddetta “riqualificazione” attuato nell’area ristretta di “Shanghai” (vedi articoli del 24, 26 e 30 marzo scorsi) ed un edificio abbandonato (vedi murale al giorno numero 175 del  2 maggio scorso) per un momento divenuto luogo di pura espressione artistica ma subito riconquistato dalla potentissima reazione speculativa romana, vive marginalmente il fenomeno della street art, soffocato dal confinante quartiere “Ostiense” che, al contrario, attrae come una potente calamita, street artist e studiosi di arte contemporanea da tutto il mondo. Riservandoci di documentare una grande murata di lettering realizzata lungo la recinzione della dismessa “Fiera di Roma” sulla via Cristoforo Colombo, vi presentiamo alcune opere scovate sui muri del quartiere.

2.1

via Valeria Rufina opera della De Merode Crew

2.5

via dell’Arcadia, opera di Mr. Klevra

2.6

via dell’Arcadia, un turpiloque Snoopy opera di anonimo

2.7

via dell’Arcadia, opera di anonimo

2.2

via Casal de Merode, opera della De Merode Crew

2.3

portale affrescato da Hogre, via Casal de Merode

2.4

particolare dell’opera

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /221

Seconda giornata di visita a S.Lorenzo; vediamo insieme altre piccole ma significative opere esposte sui muri che si affacciano sulle strade del quartiere:

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piazza dei Sanniti

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via degli Equi

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piazza dell’Immacolata/via dei Sabelli

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via degli Equi

E prima di lasciare il quartiere un rapido sguardo, in via dei Sabelli, al grande muro di Hogre (vedi murale al giorno numero 1 del 1 luglio 2014) dove fu lo storico “Communia”; ancora, nonostante il sito sembra essere scomparso sotto l’effetto dell’esplosione di una bomba atomica, l’opera resiste imperterrita!

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Una copia di ridotte dimensioni, originale dipinto dall’artista stesso, è custodita presso la nuova sede di Communia in via dello scalo di S.Lorenzo;

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perfettamente incorniciata dal nostro amico muratore!

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /192

28 Maggio, è tornato il sole, finalmente; però non è tornato Hogre!

Perché non è tornato? “Hogre non è Morto……. lui sta dormendo!”

E’ partito verso altri lidi; speriamo torni presto………… cominciamo a sentire la sua mancanza!

Siamo a Trastevere, in via dei Fienaroli; il muro è datato, ma per Hogre il tempo sembra non passi mai!

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l’opera

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due particolari

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dinamismo

Il mistero di via Cesare Tiratelli /1

Oggi ci interessiamo ad un vero e proprio mistero della street art: andiamo in via Cesare Tiratelli a Roma, siamo nella estrema periferia est della città, a ridosso della via Prenestina e quello che vediamo ora è un murale tirato su a più riprese tra il 2013 (forse anche prima) ed il 2014, l’autore è Hogre, il più eclettico street artist romano, che ama ammantarsi di un’aurea di mistero. Hogre è stato il mio primo incontro nel mondo della street art; quel suo personaggio di via dei Rutuli, che io chiamo “il pensatore” e che ho scelto come immagine del mio profilo, mi ha affascinato fin dal primo momento. Vedo in Hogre uno che dipinge per un bisogno primario, al pari di vedere il sole sorgere tutte le mattine. Il modo migliore di descrivere questo artista è di lasciarlo fare a lui: “L’opera d’arte deve bastare a se stessa. (…) Qualcuno potrebbe sostenere di non capire la musica; però la maggior parte delle persone la sperimenta a livello emotivo e sarebbe d’accordo nel ritenerla un concetto astratto. Non si ha bisogno di tradurla subito in parole: si ascolta e basta. Non ho la pretesa di definire come ‘arte’ i miei lavori, tuttavia essi sono simili alla musica, ognuno è libero di vederci dietro quello che vuole e trarne una sua interpretazione personale. Ci tengo all’anonimato anche per conservare questo diritto all’interpretazione.”

Dimenticavo di dire che stiamo parlando di un muro famoso, per il semplice motivo che esso è il muro esterno di Metropoliz, la città meticcia che ospita il MAAM, il Museo dell’Altro e dell’Altrove.

L’opera che qui vediamo:

_MG_6089-Modifica doppio

della quale osserviamo ora quattro splendidi particolari

 _MG_6092-Modifica   _MG_6094   _MG_6097     _MG_6099

misteriosamente, nel corso del mese di settembre è stata letteralmente ricoperta con una consistente mano di vernice bianca!

Poi oggi, sempre misteriosamente quello stesso muro si presentava così:

_MG_0218_stitch

dell’opera realizzata osserviamo questi tre particolari

_MG_0223   _MG_0228   _MG_0227

Siccome il mio sesto senso mi dice che la cosa non finisce qui, sorge spontaneo chiedersi: ma come andrà a finire? Come si evolverà la situazione nel prossimo futuro?

E soprattutto, quel che è ancor più misterioso: chi è l’autore di questa nuova opera?

Da parte nostra seguiremo con attenzione gli sviluppi di tale mistero e chissà se saremo fortunati di vedere finalmente il suo realizzatore all’opera!?

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /50

17 maggio 2013, incontro ravvicinato con l’arte del terzo millennio: una scintilla che ha acceso un fuoco che non si spegnerà mai!

L’artista di cui oggi, 17 settembre 2014, presentiamo il murale è Hogre, il più misterioso ed affascinante artista romano. Siamo a Roma, in via degli Ausoni, nel quartiere di S.Lorenzo.

Importante: lui dice che ognuno è libero di vedere nelle opere d’arte quello che vuole e trarne una sua interpretazione personale, un po’ come si fa quando si ascolta la musica.

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l’opera

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particolare

Un murale al giorno (toglie la malinconia di torno) /27

Durante le feste di natale dello scorso anno mi sono imbattuto…….

 

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……. in un’opera somma dello street artist romano Hogre, una specie di Cappella Sistina trasgressiva al massimo. Con la complicità di un’amica mi sono introdotto furtivamente all’interno della galleria “Laszlo Biro” in via Braccio da Montone al Pigneto.  Un materasso a terra ed una coperta che lo copriva irregolarmente, una stufa catalitica girevole ed un televisore non funzionante sul quale era dipinto un personaggio di Guerre Stellari (anzi, il personaggio). Su quel giaciglio aveva riposato l’artista che ogni tanto si alzava per disegnare con una matita i suoi pensieri sul muro della galleria mentre la stufetta irradiava calore oscillando lentamente a 180 gradi (cosa che stava facendo anche quando sono entrato io).

Ho scattato foto all’impazzata cercando di non perdere il minimo dettaglio di quell’opera che purtroppo è andata distrutta (io ne sono il conservatore).

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Qui sopra vedete quattro particolari dell’opera di Hogre che ama vivere, a livello artistico, in un’aurea ammantata di misteriosità.